Un team di ricercatori ha portato alla luce delle fortezze costruite 8.000 anni fa in Siberia; una scoperta che ha ribaltato l’idea che i primi esseri umani siano riusciti a realizzare costruzioni complesse solo con l’avvento dell’agricoltura. Con questo ritrovamento, è chiaro che i cacciatori-raccoglitori fortificassero le loro case durante l’età della pietra, riformulando quella che si pensava fosse una linearità nella storia evolutiva umana. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Antiquity lo scorso dicembre, e ha coinvolto scienziati della Libera Università di Berlino e gli archeologi di Ekaterinburg, Russia. L’insediamento fortificato di Amnya è considerato la fortezza più settentrionale dell’intera età della pietra in Eurasia ed è oggetto di ricerche sul campo dal 2019. Per realizzare la scoperta, i ricercatori hanno raccolto campioni dall’antica fortezza per la datazione al radiocarbonio, oltre che per analisi paleobotaniche (cioè antiche piante locali) e stratigrafiche (strati geologici che si accumulano nel tempo). Secondo i risultati, gli esseri umani preistorici nella Siberia occidentale avevano uno stile di vita sofisticato, garantito dalle abbondanti risorse della taiga russa. I primi esseri umani catturavano pesci dal fiume Amnya e cacciavano alci e renne con lance con la punta di pietra e osso. Per conservare la carne e l’olio in eccesso venivano prodotti vasi di ceramica decorati appositamente. Le loro abitazioni erano capanne scavate circondate da muri di terra e palizzate di legno, a dimostrazione di un’architettura avanzata e di elevate capacità difensive.
In precedenza, si credeva che gli insediamenti permanenti costruiti con elaborate difese fossero comparsi nell’evoluzione umana solo a partire dalle società agricole. Ora, sappiamo che l’allevamento di animali e l’agricoltura non erano prerequisiti per la complessità sociale, poiché i cacciatori-raccoglitori già costruivano fortezze: ad Amnya sono stati trovati circa 10 siti fortificati, tutti risalenti all’età della pietra. Insieme ai ritrovamenti nel sito megalitico di Göbekli Tepe, nell’attuale Turchia, le conclusioni tratte da Amnya mettono in discussione le nozioni evoluzionistiche secondo cui lo sviluppo delle società fosse qualcosa di lineare, che andava dal semplice al complesso: venivano percorsi diversi vicoli ciechi e diversi livelli di la complessità sociale è stata raggiunta in momenti diversi della storia umana. L’influenza dell’ambiente è molto chiara, dimostrando che l’abbondanza di risorse, soprattutto una fonte d’acqua, era fondamentale per l’insediamento permanente. Si ritiene che la creazione di fortezze abbia contribuito a esplorare e dominare la regione di pesca del fiume Amnya, dimostrando che le società di cacciatori-raccoglitori non erano esenti da conflitti, come si pensava in precedenza.
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