I ricercatori dell’Universidad San Francisco de Quito (USFQ) hanno scoperto e documentato due nuove specie di tarantole sulle pendici delle Ande, ed entrambe sono già gravemente minacciate.
Gli scienziati hanno studiato queste nuove specie di tarantole sugli alberi nella natura selvaggia dell’Ecuador occidentale; secondo uno studio pubblicato su ZooKeys, questi ragni appartengono al genere Psalmopoeus.
Le tarantole sono un gruppo variegato di ragni generalmente grandi e spesso pelosi che si trovano soprattutto nelle regioni calde di tutto il mondo. Ad oggi sono state identificate più di 1.000 specie di tarantola.
Una delle specie appena identificate è stata avvistata alla fine di febbraio di quest’anno, in una foresta ai piedi della Cordigliera Occidentale, una delle due principali catene montuose delle Ande, in Ecuador.
Anche se questa specie, chiamata Psalmopoeus chronoarachne, è stata appena scoperta, le prove disponibili suggeriscono che è seriamente minacciata dalle attività umane nella regione, come l’estrazione mineraria e l’agricoltura.
Gli autori dello studio hanno spiegato: “La parola composta si riferisce all’adagio secondo cui questi ragni potrebbero ‘avere il loro tempo contato’ o ridotto da attività antropogeniche di grande impatto. Il nome risponde alle preoccupazioni di conservazione sulla sopravvivenza e la prevalenza delle specie di ragni negli ambienti naturali”.
L’altra specie appena scoperta, e chiamata Psalmopoeus satanas, è stata invece trovata nel nord della Cordigliera Occidentale. I ricercatori l’hanno avvistata per la prima volta in una recinzione di bambù in una parrocchia rurale chiamata San José de Alluriquín.
Roberto J. León-E, uno degli autori dello studio, in un comunicato stampa ha così spiegato: “Il nome è appropriato perché l’individuo iniziale che è stato raccolto aveva un atteggiamento!. Il comportamento [difensivo] si è poi trasformato in fuga, dove il ragno ha fatto rapidi movimenti sporadici, quasi troppo veloci per essere visti”.
Questa specie ogni giorno affronta gravi minacce a causa del degrado, della perdita e della frammentazione dell’habitat, in gran parte a causa dell’agricoltura, dell’estrazione mineraria e dell’espansione urbana. Gli autori osservano che le tutele legali ambientali non coprono le aree in cui vivono le due tarantole appena identificate.