Quasi tre milioni di anni fa gli antichi ominidi, che abitavano il nostro pianeta, usavano i primi strumenti in pietra per macellare anche la carne di ippopotamo e pestare la verdura. A renderlo noto è una ricerca sulla rivista Science, realizzata da un team di esperti del Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian, del Queens College, della City University of New York, del National Museums of Kenya, della Liverpool John Moores University e del Cleveland Museum of Natural History. Gli studiosi, guidati da Thomas Plummer, hanno analizzato alcuni reperti e manufatti risalenti tra i 2,6 e i 3,0 milioni di anni fa, portati alla luce a Nyayanga, nella penisola di Homa, nell’ovest del Kenya. Da quando hanno preso il via, gli scavi hanno consentito di scoprire più di trecento manufatti, di cui 1.776 ossa di animali e i due molari, appartenenti alla specie di ominidi chiamata Paranthropus. “I denti – ha dichiarato Rick Potts, del National Museum of Natural History – rappresentano i fossili più antichi mai trovati della specie mai portati alla luce. La loro presenza in un sito ricolmo di strumenti di pietra desta non poche domande sugli antenati umani che avrebbero usato realizzare questi strumenti”.
”Per tanto tempo si è pensato che solo l’Homo avesse acquisito l’abilità di realizzare manufatti, ma probabilmente il nostro lavoro potrebbe ribaltare questa concezione”. Grazie all’analisi dei modelli di usura degli strumenti, il team di studiosi ha rivelato che gli oggetti erano usati per lavorare molti alimenti, come piante, carne e midollo osseo. “Gli unici manufatti di pietra più antichi rispetto a questi reperti risalgono a 3,3 milioni di anni fa.” – ha aggiunto Potts – “Sono stati scoperti nel sito di Lomekwi 3, a ovest del lago Turkana nel paese del Kenya. Gli oggetti di Nyayanga erano realizzati molto spesso e modellati usando una tecnica particolare che richiede una notevole destrezza”. Il gruppo di esperti ha inoltre scoperto i resti di ippopotami, con evidenti segni di macellazione. Gli esperti hanno trovato anche ossa di antilope, che dimostrano una tecnica per la rimozione della carne e per estrarre il midollo. “Gli scavi alla base di questa ricerca – conclude Potts – offrono un’istantanea del nostro pianeta popolato dai nostri antenati. Questo ci consente di capire i modi in cui la tecnologia e gli strumenti in pietra abbiano permesso ai primi ominidi di adattarsi a varie esigenze”.