Un flusso di vento solare ad alta velocità proveniente da un grande buco coronale causerà probabilmente tempeste geomagnetiche moderate nei prossimi giorni. Un video dell’Osservatorio delle dinamiche solari (SDO) della NASA ha mostrato una macchia solare tra il 2 e il 4 dicembre 2023. Nonostante l’aspetto inquietante, le macchie solari appaiono così nelle immagini ad ultrasuoni estremi (EUV) e ai raggi X morbidi perché sono più fredde e meno dense rispetto alle regioni circostanti. Le macchie solari sono aree con un campo magnetico molto più forte di quello della Terra, il che comporta un aumento della pressione magnetica e una diminuzione della pressione atmosferica circostante. Questo provoca un abbassamento della temperatura rispetto all’ambiente circostante. Tuttavia, la macchia solare non rappresenta una grande minaccia per la Terra. Il Centro di previsione del tempo spaziale dell’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica prevede una tempesta geomagnetica di entità minore-moderata a partire dal mezzogiorno (UTC) del 4 dicembre. L’attività solare segue un ciclo di 11 anni noto come ciclo di Schwabe. L’astronomo tedesco Heinrich Schwabe osservò il Sole tra il 1826 e il 1843, scoprendo che ruota sul suo asse una volta ogni 27 giorni. Notò che il Sole passa da periodi di quiete, in cui non si possono vedere macchie solari, alla fase massima in cui si possono vedere 20 o più gruppi di macchie solari. Attualmente, l’attività solare sta aumentando. La NASA ha rivisto la previsione del prossimo massimo solare, originariamente previsto per il 2025, tra gennaio e ottobre 2024. Questa previsione sarà aggiornata mensilmente in base alle nuove osservazioni delle macchie solari. Secondo Mark Miesch, responsabile del ciclo solare presso il Centro di previsione del tempo spaziale della NOAA, questa nuova previsione sperimentale sarà molto più accurata rispetto a quella del 2019. Un’altra squadra di ricerca ha osservato donuts magnetici che si formano a 55 gradi di latitudine su entrambi gli emisferi del Sole. Queste formazioni migrano verso l’equatore, dove si incontrano e si annullano reciprocamente, in un evento chiamato terminatore del ciclo di Hale (due cicli solari). Questo evento terminatore tende a verificarsi fino a due anni dopo il minimo solare e la squadra crede che concentrandosi su questi eventi si possano fare previsioni migliori sui cicli solari. Secondo il ricercatore della NASA Robert Leamon, misurando la durata di un ciclo dal terminatore al terminatore, si può osservare una forte relazione lineare tra la durata del ciclo e la sua intensità. Si prevede che ci saranno altre grandi macchie solari mentre l’attività solare si avvicina al suo picco.
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