Un enorme tumulo nel sud della Spagna è stato acclamato come una delle strutture più imponenti del Neolitico dopo un nuovo esame delle sue gigantesche caratteristiche.
Conosciuto come il dolmen di Menga, si pensa che l’incredibile monumento sia stato costruito circa 5.700 anni fa e contenga gli scheletri di diverse centinaia di individui antichi. Con un peso di circa 150 tonnellate, la pietra di copertura di Menga è la seconda pietra più grande mai utilizzata in un dolmen neolitico , e la struttura complessiva è descritta dai ricercatori come “il più colossale monumento in pietra costruito a suo tempo in Europa”. Dopo aver analizzato i blocchi sovradimensionati del dolmen, gli autori dello studio hanno scoperto che gli antichi costruttori scelsero di lavorare anche con pietra tenera, la cui costruzione richiedeva un’enorme quantità di abilità tecniche e organizzazione logistica. Utilizzando una serie di tecniche di analisi petrografica e stratigrafica, i ricercatori hanno appreso che le pietre Menga sono “per lo più calcareniti, una roccia sedimentaria detritica scarsamente cementata paragonabile a quelle conosciute come “pietre tenere” nella moderna ingegneria civile”. Tali pietre sono particolarmente difficili da trasportare senza danneggiarle, il che significa che chi ha costruito Menga deve aver pianificato meticolosamente il progetto. “Lavorare con queste pietre grandi e fragili deve aver comportato un massiccio investimento di manodopera non solo nella lavorazione della pietra, ma anche nella lavorazione del legno e nella produzione di corde “, scrivono gli autori dello studio. “Devono essere state utilizzate grandi quantità di legno per costruire le impalcature utilizzate nel processo di estrazione e per preparare le strade su cui venivano trasportate le massicce pietre”.
Situata sulla sommità di una collina, la tomba è stata attentamente orientata per fornire “tre principali vantaggi geografici”. Ad esempio, la posizione del dolmen si allinea perfettamente con la vicina montagna conosciuta come “Lover’s Rock” e con l’alba, “che produce un complesso schema di luci e ombre all’interno della camera”. Inoltre, la posizione del sito, leggermente al di sotto della cava che forniva le materie prime, consentiva agli antichi costruttori di trasportare le massicce rocce in una costante traiettoria in discesa.
Infine, il substrato sulla sommità della collina è considerevolmente più stabile rispetto ai terreni argillosi morbidi circostanti, fornendo così una base più solida e sicura per il dolmen. Nonostante questi vantaggi, la natura porosa delle pietre utilizzate per costruire la tomba normalmente le avrebbe rese vulnerabili ai danni causati dall’acqua. Per superare questo problema, i progettisti di Menga hanno isolato le pietre più grandi con grandi tumuli – o tumuli – costituiti da “strati alternati di arenarie piatte accuratamente intrecciate e terreno pressato”. Tenendo conto di tutte queste innovazioni, i ricercatori affermano che “la costruzione di Menga incarna un risultato unico che rappresenta lo stato dell’arte dell’ingegneria megalitica nell’Iberia preistorica e forse in Europa”.