Enormi chicchi di ghiaccio trasportano l’ammoniaca negli strati inferiori dei due pianeti.
Negli ultimi anni un’anomalia nelle atmosfere di Nettuno e Urano ha rappresentato un vero e proprio rompicapo per gli scienziati di tutto il mondo. Si tratta della scarsa quantità di ammoniaca presente sui cosiddetti ”giganti di ghiaccio” del nostro Sistema Solare. Per molti l’unica spiegazione plausibile era rappresentata dalla scarsa presenza della sostanza, ai tempi della formazione dei due pianeti, nell’area esterna del Sistema Solare. Ma per lo scienziato francese Tristan Guillot questa ipotesi non bastava, e così ha indagato. In una ricerca presentata in occasione dell’Europlanet Science Congress (EPSC) 2021, lo scienziato ha indicato nella formazione di chicchi di acqua e ammoniaca il motivo per il quale non riusciamo ad osservare l’ammoniaca negli strati più esterni delle atmosfere dei due pianeti. In pratica questi chicchi trasporterebbero l’ammoniaca negli strati profondi di Nettuno ed Urano rendendola invisibile alla nostra strumentazione radio e all’infrarosso.
Una conferma della teoria Guillot arriva dalla sonda Juno che ha indagato Giove rilevando significative quantità di ammoniaca, ma a profondità molto maggiori rispetto alle previsioni; in pratica il fenomeno osservato sul gigante gassoso avverrebbe anche su Nettuno e Urano. Rifacendosi ai dati della sonda nell’atmosfera gioviana, Guillot ha sottolineato come giganteschi chicchi di ammoniaca e acqua si formino molto rapidamente durante le tempeste attraverso un processo che permette la liquefazione dei cristalli di ghiaccio nell’acqua anche a temperature molto fredde, pari a 90 gradi sotto zero. Questi frammenti di ghiaccio e ammoniaca, che possono avere un peso anche superiore al chilo, sprofondano nell’atmosfera portando con loro l’ammoniaca. Tutto ciò accade anche su Urano e Nettuno, dove l’ammoniaca viene portata a profondità ancora maggiori.