Il futuro dei veicoli spaziali: propulsione nucleare per missioni su Marte

Un'astronave lunga e sottile in orbita terrestre bassa.

Un progetto concettuale per un’astronave nucleare. (NASA)

Il 3 aprile 1965, la NASA ha lanciato il Sistema per l’Energia Ausiliaria Nucleare 10A (SNAP10A), il primo sistema di propulsione elettrica nucleare mai lanciato nello spazio. Durante la sua permanenza in orbita, il sistema di propulsione a ioni era alimentato da un reattore nucleare adatto allo spazio. Tuttavia, il sistema ha funzionato solo per 43 giorni a causa di un guasto nell’astronave Agena e da allora gli Stati Uniti non hanno più inviato altri reattori nucleari nello spazio. Solo pochi reattori sono stati lanciati dall’Unione Sovietica.

Ora, il Laboratorio di Ricerca dell’US Air Force sta finanziando un nuovo veicolo spaziale, pagando Lockheed Martin, SpaceNukes e BWX Technologies 33,7 milioni di dollari per progettare e sviluppare un nuovo veicolo spaziale nucleare nell’ambito del programma Joint Emergent Technology Supplying On-Orbit Nuclear (JETSON) High Power. Questo progetto mira a fornire energia sufficiente per missioni spaziali di lunga durata, come quelle su Marte e oltre.

Mentre le sonde nello spazio profondo come Voyager 1 e 2 utilizzano generatori termoelettrici a radioisotopi che utilizzano plutonio in decadimento per generare elettricità, i veicoli spaziali a propulsione nucleare utilizzerebbero un reattore a fissione per generare calore, che verrebbe poi trasferito ai motori Stirling per produrre elettricità. Secondo Lockheed Martin, questo sistema potrebbe generare tra 6 e 20 chilowatt di elettricità, quattro volte la potenza delle matrici solari convenzionali, senza la necessità di essere continuamente esposto alla luce solare.

Attualmente, il progetto si trova nella fase di revisione preliminare del progetto, con l’obiettivo di passare presto alla fase critica.

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