Le donne preistoriche: cacciatrici superiori

foto raffigurante esseri umani del paleolitico, con una donna al centro che tiene una lancia affiancata da due uomini

Storicamente, gli uomini preistorici sono sempre stati rappresentati come cacciatori mentre le donne assumevano ruoli più passivi; ma non solo questa idea è superata, è anche completamente sbagliata. (Gorodenkoff/Shutterstock.com)

Il mito che gli uomini siano biologicamente superiori e più forti è ancora comune tra molte persone, ma non è vero. Ci sono differenze biologiche medie tra i sessi, ma le donne hanno le loro caratteristiche che potrebbero renderle migliori cacciatrici. Uno studio condotto da Cara Ocobock dell’Università di Notre Dame e Sarah Lacy dell’Università del Delaware ha dimostrato che le donne preistoriche non solo si occupavano di caccia, ma erano anatomicamente e biologicamente più adatte ad essa. Le prove fisiologiche emergenti suggeriscono che le donne potrebbero essere metabolicamente più adatte per attività di resistenza come la corsa, grazie agli ormoni estrogeno e adiponectina presenti in quantità maggiori nei loro corpi. Questi ormoni aiutano a modulare glucosio e grasso, fondamentali per le prestazioni atletiche. Inoltre, la struttura fisica delle donne, con l’anca tipicamente più ampia, consente loro di fare passi più lunghi, che sono più efficienti dal punto di vista metabolico. Ci sono prove archeologiche che mostrano che le donne preistoriche riportavano lesioni causate dalla caccia, indicando che entrambi i sessi partecipavano a questa attività. Non c’è motivo di credere che le donne preistoriche abbiano abbandonato la caccia durante la gravidanza o l’allattamento, né che ci fosse una rigida divisione sessuale del lavoro. Questo studio è importante per sfatare il mito dell’inferiorità fisica femminile e per evitare di attribuire capacità basandosi sul sesso o sul genere di una persona.

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