Potente impulso radio dal Sole rivela nuove informazioni sulle stelle nane

Rappresentazione grafica di emissioni radio prolungate sopra una macchia solare

L’emissione è avvenuta a 40.000 chilometri (24.855 miglia) sopra la macchia solare. (Sijie Yu)

Un nuovo studio ha rivelato che nel 2016 è stato osservato un potente impulso radio proveniente dal Sole, che si è verificato sopra una macchia solare. Questo impulso potrebbe fornire informazioni su eventi simili rilevati su stelle nane rosse e brune, anche se è molto più debole. Gli astronomi hanno utilizzato il Karl Jansky Very Large Array (VLA) per misurare l’attività solare tra 1 e 4 Gigahertz con una risoluzione spaziale molto più elevata del normale. Durante le osservazioni, hanno trovato una sorgente radio nell’atmosfera solare sopra un gruppo di macchie solari che trasmetteva a frequenze fino a 1,7 GHz per 4,5 ore. Questo tipo di impulsi radio polarizzati a lunga durata è molto diverso dai tipici impulsi radio solari transitori che durano solo pochi minuti o ore. Questa scoperta potrebbe modificare la nostra comprensione dei processi magnetici stellari. I campi magnetici sopra le macchie solari sono molto più forti di quelli della Terra, il che ha portato a frequenze di emissione molto più alte. Gli autori dello studio ritengono che ci sia qualcosa di simile in corso su altre stelle. Le emissioni sono diventate molto più potenti in impulsi che si verificavano in media una volta ogni cinque minuti. Altri strumenti hanno rilevato impulsi radio di emissioni a frequenze più basse nel corso di alcuni giorni. Questi impulsi non erano correlati all’attività dei brillamenti solari né alle emissioni di raggi X. Gli scienziati hanno spiegato che questi impulsi sono il risultato di elettroni energetici intrappolati nelle strutture magnetiche su larga scala ancorate alla macchia solare. Questo fenomeno presenta paralleli con le aurore nei campi magnetici della Terra e di Giove. È interessante notare che le stelle di tipo M (nane rosse) emettono impulsi radio altamente polarizzati in modo circolare, anche in assenza di brillamenti significativi. Tuttavia, gli autori ritengono che la loro spiegazione non possa essere applicata alle stelle nane a temperatura più bassa, che non hanno macchie solari. Comprendere questi segnali dal nostro Sole potrebbe aiutarci a interpretare meglio le potenti emissioni delle stelle nane M, che sono le stelle più comuni nell’universo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

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