La formazione del vetro del deserto libico (LDG) è stata oggetto di un dibattito scientifico intenso. Diverse teorie sono state avanzate per spiegare la sua origine, tra cui l’illuminazione, processi geologici insoliti e persino i vulcani sulla Luna. Negli ultimi 25 anni, i ricercatori si sono concentrati su due possibili scenari: l’ipotesi che il vetro sia stato creato da un meteorite che si è schiantato nel deserto o che sia stato prodotto dall’esplosione di un meteorite nell’aria. Nuove prove suggeriscono che la prima ipotesi sia quella corretta.
La formazione del vetro avviene attraverso la fusione della sabbia, quindi la maggior parte delle teorie prevede un’enorme quantità di energia che agisce sulla sabbia del deserto tra Egitto e Libia. Sia gli impatti di meteoriti che le esplosioni nell’aria possono generare temperature sufficienti a trasformare la sabbia in vetro, in quanto sono in grado di produrre fusione ad alta temperatura.
Lo scopo principale di uno studio recente è stato quello di distinguere tra un’esplosione nell’aria, come quelle di Chelyabinsk o Tunguska, e un impatto sulla superficie. Il team di ricerca ha cercato prove che potessero separare uno scenario dall’altro. In particolare, hanno analizzato la composizione dettagliata del vetro utilizzando la microscopia elettronica a trasmissione per studiare come i minerali sono organizzati nel materiale.
Durante l’analisi, i ricercatori hanno trovato piccoli cristalli di ossidi di zirconio nel vetro. Questi cristalli possono avere diverse disposizioni atomiche, alcune delle quali si formano solo in specifiche condizioni. Una delle configurazioni trovate, chiamata zirconia cubica, si forma a temperature elevate, comprese tra 2.250 e 2.700 gradi Celsius. Tuttavia, la temperatura effettiva potrebbe essere stata ancora più alta, basandosi su altre fusioni minerali osservate.
Un’altra configurazione di zirconia, molto più rara, è stata osservata nel vetro e suggerisce anche forti pressioni di shock. Perché questo minerale si formi, oltre al calore, è necessaria una pressione estremamente elevata, di circa 130.000 atmosfere. La presenza di queste particelle minerali all’interno del vetro suggerisce che si siano formate in condizioni di impatto di un meteorite.
Le prove a favore dello scenario di impatto si stanno rafforzando, ma molte domande rimangono ancora senza risposta. Ad esempio, se c’è stato un impatto, dov’è il cratere? Questo è ancora sconosciuto e un team di ricercatori sta attualmente cercando siti potenziali per risolvere questo mistero.
In conclusione, le nuove prove indicano che il vetro del deserto libico potrebbe essere stato formato da un impatto di meteorite. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno questo fenomeno e rispondere alle domande ancora aperte. Lo studio completo è stato pubblicato su American Mineralogist.
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