Sul lato del Sole rivolto verso la Terra è apparso un numero record di macchie solari. Alcune di esse fanno parte del gruppo AR3490 e sono rimaste visibili fino al 18 novembre, mentre altri appartengono al gruppo AR3491. Insieme, formano una delle regioni di macchie solari più grandi e dense mai viste da oltre un decennio. Poiché gli scienziati stavano già monitorando le increspature sulla superficie del Sole, la comparsa di queste macchie era già prevista. Da quando sono diventate visibili, le macchie si sono separate in gruppi più piccoli, chiamati AR3492, AR3495, AR3496 e AR3497. Queste macchie si estendono su un’area di circa 200.000 chilometri, equivalente a più di 15 volte la dimensione della Terra. Hanno già provocato circa 15 esplosioni di classe C e M, rispettivamente la terza e la seconda più intensa. È possibile che nei prossimi giorni si verifichino esplosioni di classe X (la più forte). Inoltre, questi fenomeni possono anche causare eruzioni di massa coronale, che rilasciano nello spazio enormi quantità di plasma solare.
Quando queste nubi di particelle raggiungono il nostro pianeta, sono in grado di scatenare grandi tempeste geomagnetiche. Eventi di questo tipo possono avere effetti diversi, come blackout radio e aurora boreale. Le macchie solari sono regioni sulla superficie del Sole formate da forti campi magnetici. Sono di colore scuro perché sono più fredde dell’ambiente circostante: mentre la fotosfera del Sole (la superficie della stella) raggiunge i 5.500 ºC, la parte centrale delle macchie ha una temperatura di 3.500 ºC. Monitorando la frequenza e l’intensità delle macchie, gli scienziati possono determinare i livelli di intensità dell’attività del Sole nel suo ciclo di 11 anni. La comparsa di questo nuovo gruppo di macchie, ad esempio, indica che la nostra stella sta raggiungendo il massimo solare, nome dato al periodo di maggiore attività del suo ciclo. Secondo un rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) , il prossimo massimo solare potrebbe verificarsi nel 2024.
https://www.spaceweather.com/archive.php?view=1&day=19&month=11&year=2023
