L’atmosfera del pianeta raggiunge i 2.000°C.
L’atmosfera dell’esopianeta WASP-76b contiene 11 elementi necessari per la formazione delle rocce, come magnesio, calcio e nichel. Gli elementi sono presenti in atmosfera perché vengono vaporizzati a causa dalle altissime temperature del pianeta. Il fenomeno potrebbe aiutare i ricercatori a comprendere meglio la formazione dei mondi gassosi. L’esopianeta WASP-76b ha all’incirca le dimensioni di Giove e dista 634 anni luce dalla Terra. Orbita intorno alla sua stella 12 volte più vicino di quanto Mercurio ruoti intorno al Sole, il che fa sì che la sua atmosfera raggiunga temperature di 2.000°C. Da un lato è perennemente rivolto verso la sua stella, mentre dall’altro è sempre al buio con precipitazioni di ferro liquido. Le temperature estreme hanno fatto “gonfiare” il pianeta, aumentandone il volume di circa sei volte quello di Giove. Il calore, inoltre, è così elevato da contenere elementi che di solito compongono rocce e minerali e che di solito risulterebbero nascosti ai telescopi. Grazie al Gemini North, un team di astronomi ha osservato il pianeta mentre passava davanti alla sua stella in diverse occasioni. Durante i vari passaggi, gli esperti hanno identificato cromo, ferro, sodio, potassio e altri elementi.
Sulla Terra, questi elementi formerebbero delle rocce, ma l’esopianeta è così caldo che questi elementi sono stati vaporizzati, raggiungendo lo stato gassoso risultando visibili al telescopio quando, di solito, rimangono “invisibili”. Molti degli elementi scoperti si trovano in quantità simili a quelle presenti nel Sole e nella stella intorno al quale orbita l’esopianeta. Gli autori dello studio sospettano che questa sia più di una semplice coincidenza, e forse rappresenta una nuova prova che i giganti gassosi si formano dal gas e dalla polvere dei dischi protoplanetari. Se è così, si formano più come la nascita di una stella che come pianeti rocciosi. Un altro eccezionale risultato dello studio è la rilevazione dell’ossido di vanadio, una molecola che può avere un grande impatto sulla struttura dell’atmosfera dei pianeti giganti. “Questa molecola svolge un ruolo simile all’ozono, che è estremamente efficiente nel riscaldare l’atmosfera superiore della Terra“, ha spiegato Stefan Pelletier, autore principale dello studio. Il documento che descrive i risultati è stato pubblicato sulla rivista Nature.