Scoperta di impronte fossili di uccelli risalenti a 120-128 milioni di anni fa

un'impronta fossile di un uccello risalente al periodo in cui l'Australia era attaccata all'Antartide

Impronte di uccelli così antiche provengono tipicamente dall’emisfero settentrionale. (Anthony Martin)

La scoperta di 27 impronte fossili di uccelli risalenti a 120-128 milioni di anni fa sta cambiando la nostra comprensione dell’evoluzione e della migrazione degli uccelli. Queste impronte sono state trovate nella Formazione di Wonthaggi, a sud di Melbourne, e sono state create dagli uccelli che camminavano su sabbia o fango morbido durante il Cretaceo inferiore. Ciò significa che gli uccelli camminavano su un pianeta in cui l’Australia era ancora collegata all’Antartide, rendendo queste le più antiche tracce di uccelli gondwaniani conosciute.

Questa scoperta dimostra che gli uccelli erano parte integrante dell’ecosistema durante l’era dei dinosauri e si stavano già spostando per sfruttare le risorse alimentari in cambiamento ai poli. Spesso non consideriamo gli uccelli quando pensiamo ai dinosauri, ma queste impronte fossili ci mostrano che erano presenti e attivi in quel periodo.

La ricerca di impronte fossili di uccelli è un’impresa notevole, poiché sono difficili da individuare e raramente si conservano a causa della delicatezza delle ossa degli uccelli. La Formazione di Wonthaggi ha restituito finora solo un fossile di osso di uccello e alcune piume, il che non è sorprendente considerando la fragilità di questi resti.

La scoperta delle impronte è stata possibile grazie all’occhio esperto di Melissa Lowery, una volontaria locale cacciatrice di fossili. La maggior parte delle impronte era visibile solo durante la bassa marea, rendendo ancora più difficile la loro individuazione. Inoltre, alcune delle impronte erano state abbellite da vita marina, come alghe, cirripedi e molluschi. Per preservare queste tracce delicate, è intervenuto Peter Swinkels, un tassidermista esperto nell’uso di stampi e calchi.

È importante documentare e studiare questi ritrovamenti il più velocemente possibile, poiché molti di essi scompaiono rapidamente dopo essere stati esposti per milioni di anni. Questo studio è stato pubblicato su PLOS ONE e contribuisce alla nostra conoscenza dell’evoluzione e della storia degli uccelli.

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