Un nuovo grafico che traccia la massa e il raggio di oggetti che vanno dalle particelle subatomiche ai superammassi ha sollevato domande intriganti sulla natura dell’universo. Il grafico, creato dal dottor Charles Lineweaver e dallo studente universitario Vihan Patel, utilizza una scala logaritmica per coprire l’ampio spettro di dimensioni e masse presenti nell’universo. Secondo Patel, alcune aree del grafico sono “vietate dalla gravità” o sono influenzate dalla meccanica quantistica, rendendo difficile comprendere la vera natura di questi oggetti. La parte più significativa del grafico è una linea nera che separa l’area “vietata dalla gravità” da quella popolata da oggetti familiari. Lungo questa linea si trovano i buchi neri, che diventano meno densi man mano che aumenta la loro massa. Ciò significa che se un buco nero avesse la stessa massa dell’universo osservabile, avrebbe la stessa densità. Questo ha portato alla speculazione che l’universo stesso potrebbe essere un buco nero. Tuttavia, Lineweaver e Patel sottolineano che questa idea è ancora oggetto di dibattito e richiede ulteriori riflessioni. Un ostacolo per comprendere se l’universo è un buco nero è la mancanza di conoscenza sull’interno di un buco nero. La relatività generale e la meccanica quantistica offrono risposte diverse a questa domanda, creando una tensione che non è stata ancora risolta. Il grafico solleva anche domande sulle origini dell’universo, suggerendo che potrebbe essere iniziato come un “istantone” con dimensioni e massa specifiche, anziché come una singolarità con densità e temperatura infinite. Lineweaver ritiene che l’istantone sia il modello più plausibile per le origini dell’universo. Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Physics.
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