Come ben sappiamo sono ormai secoli che la Grande Sfinge di Giza è avvolta da misteri che hanno sempre tenuto impegnati gli archeologi, ma adesso una nuova ricerca suggerisce che le risposte circa la sua costruzione potrebbero essere nel vento. Gli autori dello studio hanno difatti scoperto che la forma di base del punto di riferimento potrebbe essere stata modellata dall’erosione, lasciando che solo i dettagli più fini venissero scolpiti dall’uomo.
Come spiegato in una dichiarazione dal ricercatore Leif Ristroph: “I nostri risultati offrono una possibile ‘storia delle origini’ di come le formazioni simili alla Sfinge possano derivare dall’erosione. I nostri esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che le forme sorprendentemente simili a quelle della Sfinge possono, in effetti, provenire da materiali erosi da flussi veloci”.
Gli autori dello studio hanno svolto i loro esperimenti dopo aver notato che i deserti di tutto il mondo sono caratterizzati da insolite formazioni rocciose chiamate yardang. Formati dall’erosione eolica, gli yardang sono più o meno simili nella forma e nelle proporzioni alla Grande Sfinge.
Questo ha portato all’ipotesi che la famosa statua egizia potrebbe essere nata come un yardang naturale che gli antichi egizi immaginavano come una creatura mitica con la testa di un essere umano, il corpo di un leone e le ali di un’aquila. Piuttosto che costruire la Sfinge da capo, quindi, i costruttori del monumento potrebbero aver semplicemente “messo le mani” su un punto di riferimento già esistente nel deserto. Ristroph ha poi aggiunto: “Ci sono, infatti, yardang esistenti oggi che sembrano animali seduti o sdraiati, il che dà supporto alle nostre conclusioni”.
Per rendere credibile tale teoria, gli autori dello studio hanno imitato il terreno di Giza costruendo cumuli di argilla morbida con materiale più duro e meno erodibile incorporato all’interno. Queste strutture sono state poi collocate all’interno di un tunnel d’acqua, che ha replicato i venti prevalenti dell’Egitto nord-orientale.
Osservando gli effetti dell’erosione, i ricercatori descrivono come “un tumulo senza caratteristiche si trasforma in un maestoso leone“. Mentre l’acqua in rapido movimento strappava via l’argilla, i materiali più resistenti prendevano la forma di una testa cilindrica, che creava poi una “ombra del vento” che proteggeva il corpo. La schiena curva della creatura è stata poi scolpita da una “scia turbolenta”, mentre un flusso accelerato sotto la testa ha modellato il collo, gli arti anteriori e le zampe della bestia mitologica.
Gli autori concludono che “questi risultati mostrano ciò che gli antichi popoli possono aver incontrato nei deserti dell’Egitto e perché hanno immaginato una creatura fantastica”.