Una scoperta fatta nella necropoli di Frontovoye-3 in Crimea dimostra che durante l’Impero Romano esistevano più centri di produzione del vetro, oltre a quelli finora conosciuti.
Gli esperti dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Russa delle Scienze hanno pubblicato un rapporto su un calice di vetro della fine del II o della metà del III secolo d.C. trovato nella necropoli di Frontovoye-3 vicino a Sebastopoli. Nonostante uno studio approfondito della decorazione, della forma e della composizione chimica del vetro utilizzando il metodo della spettroscopia a raggi X, non è stato possibile stabilire l’origine del pezzo. L’unica conclusione a cui arrivarono fu che la coppa proveniva da un laboratorio alla periferia dell’Impero Romano. La coppa di vetro, ornata da un serpente, è stata realizzata in vetro a composizione mista, il che significa che gli artigiani hanno utilizzato schegge di vetro nella sua fabbricazione. Di norma, questa tecnologia veniva utilizzata in officine che avevano difficoltà a importare materie prime di alta qualità. Il calice è in vetro trasparente, incolore, con una leggera sfumatura verdastra, e mostra decorazioni floreali in vetro bianco opaco e turchese traslucido. Si vedono anche immagini stilizzate di germogli e foglie di edera. Questa decorazione è conosciuta come “decorazione del serpente”, secondo gli archeologi, perché le linee dell’ornamento ricordano serpenti che si contorcono.
La coppa in vetro, di epoca tardo imperiale, è ornata da un serpente ed è stata ritrovata nel sepolcro, non saccheggiato dai ladri, di una donna di età compresa tra i 25 ei 45 anni. Pertanto, gli archeologi hanno potuto esplorare a fondo il luogo e osservare come sono cambiate la cultura e la vita della comunità locale nel corso di quasi 300 anni. L’esame dei reperti ha mostrato che la popolazione locale era sotto la forte influenza dell’Impero Romano, la cui base principale in Crimea era il Chersoneso. Accanto ai suoi resti c’erano anche anelli di bronzo e argento, spille, perle di vetro e terracotta, a indicare che la zona era prospera. “Il calice ritrovato nel sito di Frontovoy-3 è un oggetto costoso per l’epoca. Come regola generale, le tazze venivano realizzate in tre grandi centri vetrari situati a Colonia, in Pannonia (dove oggi si trova l’Ungheria) e nella regione dove oggi si trovano Siria e Palestina. Sono stati prodotti con materie prime egiziane di alta qualità”, ha affermato Larisa Golofast, ricercatrice presso il Dipartimento di Archeologia Classica dell’Accademia. “Tuttavia, il ritrovamento di Frontovoe-3 differisce dai calici scambiati in questi centri. A giudicare dalla composizione del vetro, non potrebbe essere stato realizzato in nessuna delle officine conosciute. La decorazione del vaso è simile ai calici renani, ma la sua forma non corrisponde ai modelli realizzati nell’Europa occidentale. La coppa non può essere associata ad alcun centro. Questo è davvero un intrigo”, ha concluso. Tali tazze erano considerate oggetti di lusso ed erano parte integrante della tavola delle élite rurali e urbane.