Il parco archeologico siciliano restituisce un nuovo reperto eccezionale.
Un’altra scoperta sorprendente è avvenuta in queste ore nel Parco Archeologico di Selinunte, dove è stata portata alla luce un’antichissima sima, cioè l’estremità superiore di un tetto di un tempio, con testa di leone in ottimo stato di conservazione. La decorazione architettonica è stata scoperta dall’archeologo Jon Albers durante gli scavi in corso, realizzati dall’Università di Bochum. Si tratta di un reperto archeologico molto grande, di altezza di 62 centimetri e un peso di oltre 250 chili. A distinguere l’opera scoperta dalle altre già ritrovate in passato è la sua composizione in marmo proveniente da Paros. La sima aveva sia la funzione di abbellire il tempio e di far confluire l’acqua piovana che poi veniva fatta defluire da beccucci a forma di testa di leone. Sono nove i templi del V secolo con una sima in marmo greco in tutta l’Italia meridionale e in Sicilia, come confermato dall’assessore ai Beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. Nonostante il blocco risulti in ottimo stato di conservazione manca del caratteristico beccuccio per l’acqua e della criniera posteriore del leone.
Selinunte è un’antica città situata sulla costa sud-ovest della Sicilia, la cui storia risale almeno al VII secolo a.C. Fondata dai coloni greci provenienti dalla vicina Megara Iblea, Selinunte divenne uno dei più importanti centri urbani dell’antica Sicilia. La città si sviluppò su una collina a ridosso del mare, occupando un’area di circa 100 ettari. Era divisa in diverse zone, comprese l’acropoli, il santuario e le zone residenziali. Selinunte era famosa per i suoi templi, che rappresentavano alcuni dei migliori esempi di architettura greca in Sicilia. Durante il suo periodo di massimo splendore, Selinunte contava una popolazione di circa 30.000 abitanti ed era un importante centro commerciale ed economico. La città aveva una forte presenza militare e godeva di uno status politico indipendente. Tuttavia, la città fu devastata durante la guerra con la vicina Segesta nel 409 a.C. e successivamente subì un grave terremoto nel 250 a.C. Queste calamità naturali e gli attacchi dei Cartaginesi portarono alla progressiva decadenza di Selinunte. Nel 250 a.C., la città fu definitivamente abbandonata e successivamente dimenticata. Le rovine di Selinunte rimasero sepolte sotto la sabbia per secoli, finché non furono riscoperte nel XVIII secolo da archeologi francesi. Oggi, il sito archeologico di Selinunte è uno dei più grandi complessi di templi greci della Sicilia e costituisce una delle maggiori attrazioni turistiche dell’isola. Visitando il parco archeologico, è possibile ammirare i resti dei templi, delle mura cittadine e delle case, che offrono una visione del passato glorioso di questa antica città.