Il piatto è stato depositato in una sepoltura come offerta funeraria e raffigura uno spirito protettivo wahyi che erano entità soprannaturali ausiliarie dell’élite Maya.
Coloro che possiedono un wahyi sono chiamati nelle iscrizioni maya classiche come wahyaw, che significa “sciamano, incantatore o nagual”. Il wahyi riposava nel cuore durante il giorno, ma di notte, mentre il suo proprietario dormiva, l’anima del wahyi poteva essere proiettata a piacimento negli animali, nelle comete, nel vento, nei fulmini e in altri fenomeni soprannaturali. La parola “via” è la radice di “sogno” nelle lingue Maya e da essa derivano anche vari significati associati ai sogni, alla stregoneria, alla trasformazione e agli spiriti compagni. In un recente studio degli studiosi Christophe Helmke e Jesper Nielsen, si ipotizza che queste entità wahyi incarnino o simbolizzino le afflizioni dell’oltretomba, che possono essere manipolate e trasferite ad altri. La prova più convincente che collega i wahyi alle malattie personificate può essere trovata nel “El Ritual de los Bacabes”, un manoscritto coloniale yucateco risalente alla fine del XVIII secolo, potenzialmente una riproduzione di un codice precedente.
Quest’opera contiene 68 passaggi che comprendono incantesimi, suppliche e formule mediche per curare i disturbi. Le malattie descritte in questi testi assumono le sembianze di creature o esseri umani che possiedono una propria coscienza, rendendoli suscettibili alle direttive del guaritore. Il guaritore si sforza di espellere questi disturbi dal corpo dell’individuo afflitto. I nomi assegnati a queste malattie forniscono informazioni sulle forme che si ritiene assumano, siano esse quelle delle scimmie, dei cervi, dei giaguari, degli uccelli, degli insetti o dei serpenti. Il piatto Cansacbé raffigura una rappresentazione seduta di un giaguaro, ovvero un uomo vestito con la pelle di giaguaro, circondato da scatole che rappresentano gusci di tartaruga. Questi tipi di immagini sono comuni nelle ceramiche risalenti al periodo tardo classico (dal 600 al 900 d.C.). È stato ritrovato durante la costruzione della sezione 2 del Treno Maya, dove precedenti scavi condotti negli anni ’90 avevano portato alla luce i resti di due edifici tipo palazzo all’interno della zona archeologica di Cansacbé.