Più di settant’anni fa, un contadino decapitò un pollo in Colorado ma accadde qualcosa di inaspettato. Mike, come divenne noto l’uccello, sopravvisse per 18 mesi senza testa. Come ha fatto a vivere senza testa per così tanto tempo?
Il 10 settembre 1945 Lloyd Olsen e sua moglie Clara stavano uccidendo dei polli, nella loro fattoria a Fruita, in Colorado. Olsen avrebbe decapitato gli uccelli, sua moglie li avrebbe puliti. Ma uno dei 40 o 50 animali che sono finiti sotto l’ascia di Olsen quel giorno non si è comportato come gli altri. Il pollo scalciava e correva e non si fermava, si però senza testa. Fu messo in una vecchia scatola di mele sotto il portico della fattoria per la notte, e quando Lloyd Olsen si svegliò la mattina seguente, uscì per vedere cosa fosse successo. “Quella dannata cosa era ancora viva”, racconta un pronipote di Lloyd, Walters. “Fa parte della nostra strana storia familiare“, dice Christa Waters, sua moglie. Waters ascoltò la storia da ragazzo, quando il suo bisnonno gliela raccontò. In città, si sparse la voce del miracoloso uccello senza testa. Il giornale locale inviò un giornalista per intervistare Olsen e due settimane dopo un promotore di baraccone chiamato Hope Wade, ebbe una proposta semplice: far diventare Mike, il pollo, una star facendo pagare al pubblico un biglietto per vederlo.
Cosa succede quando la testa di un pollo viene tagliata? La decapitazione disconnette il cervello dal resto del corpo, ma per un breve periodo i circuiti del midollo spinale hanno ancora ossigeno residuo.
“I neuroni si attivano, le gambe iniziano a muoversi”, afferma il dott. Tom Smulders dell’Università di Newcastle. Il taglio da parte dell’uomo, avrebbe risparmiato circa 80percento del cervello di Mike e grazie alle cure della famiglia, è sopravvissuto per così tanto tempo. Mike è stato nutrito con cibo liquido e acqua che gli Olsen hanno fatto cadere direttamente nel suo esofago. Un’altra funzione corporea vitale con cui hanno aiutato è stata la pulizia del muco dalla sua gola. Lo hanno nutrito con un contagocce e gli hanno schiarito la gola con una siringa. La notte in cui Mike è morto, sono stati svegliati nella loro stanza di motel dal suono dell’uccello che soffocava. Quando hanno cercato la siringa si sono resi conto di averla lasciata al baraccone, e prima che potessero trovare un’alternativa, Mike è soffocato. All’epoca fu suggerito che Mike fosse sopravvissuto al colpo perché una parte o tutto il tronco encefalico era rimasto attaccato al suo corpo. Da allora la scienza si è evoluta e si è scoperto che quello che allora veniva chiamato tronco encefalico faceva parte del cervello vero e proprio. Perché coloro che hanno provato a creare un proprio Mike non ci sono riusciti è difficile da spiegare. Sembra che il taglio, nel caso di Mike, sia arrivato proprio nel posto giusto, e un coagulo di sangue tempestivo gli ha impedito di morire dissanguato.