Il fenomeno ha colpito il satellite per l’osservazione del Sole.
Lunedì (24), il Sole ha emesso un’espulsione di massa coronale (CME) sul suo lato opposto, cioè il lato opposto a quello che vediamo sulla Terra. La velocità del fenomeno ha superato i 1.500 chilometri al secondo e ha colpito direttamente il veicolo spaziale europeo Solar Orbiter. Le espulsioni di massa coronale sono associate ai brillamenti solari, sebbene gli scienziati non abbiano ancora abbastanza dettagli sul meccanismo alla base di questo tipo di evento per descrivere questa associazione. Quando l’EMC viene emesso, una nuvola di plasma solare e campi magnetici viene lanciata ad alta velocità verso lo spazio interplanetario. Il CME più comune colpisce sonde come Solar Orbiter due o tre giorni dopo aver lasciato la stella, ma in questo caso la nube di plasma ha viaggiato più velocemente e ha raggiunto la navicella in sole 32 ore. Ciò significa che quella appena registrata è stata una potente esplosione, con onde guidate da altri eventi esplosivi in superficie.
Se l’espulsione del 14 avesse raggiunto la Terra, la tempesta geomagnetica causata sarebbe certamente di classe G3 (forte) o addirittura G4 (grave), probabilmente causando blackout nelle reti elettriche e nei satelliti in orbita terrestre bassa. Fortunatamente, la nuvola di plasma ha viaggiato nella direzione opposta senza interessare nessun pianeta del Sistema Solare. Secondo Johns Hopkins, ricercatore co-principale dell’Energetic Particle Detector a bordo di Solar Orbiter, c’è stato un aumento di 10.000 volte nella quantità di ioni con un’energia di 50 MeV che hanno colpito il veicolo spaziale. “Questo indica un forte shock interplanetario in arrivo“, ha detto. L’esperto ha esemplificato questo tipo di impennata con l‘evento di blackout in Quebec nel 1989, quando migliaia di persone rimasero senza elettricità per ore e le comunicazioni radio furono interrotte. “È stato questo tipo di ondata di particelle causata dallo shock durante l’arrivo del CME che ha spento l’alimentazione“, ha detto Hopkins. Il Sole si sta dirigendo verso la massima attività dell’attuale ciclo di 11 anni, previsto per il 2025. Con l’avvicinarsi di questa fase di picco, i campi magnetici nella stella producono sempre più macchie solari e, con esse, brillamenti ed espulsioni di massa coronali.
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