Sembra che il James Webb Telescope abbia rivelato nuovi misteri sulle lune di Giove. Nuovi studi mostrano che il telescopio ha rilevato perossido di idrogeno su Ganimede e fumo carico di zolfo su Io, un altro satellite naturale di Giove. Entrambi sono formati dall’influenza del pianeta. I risultati sono il risultato del programma Early Release Science, che ha rivelato ai ricercatori le tipiche firme di assorbimento delle molecole di perossido di idrogeno sulla luna Ganimede. Su Io, sono state trovate eruzioni vulcaniche nella regione di Kanehekili Fluctus. Entrambe le scoperte appaiono sulle mappe sottostanti. L’assorbimento di luce causato dal perossido di idrogeno appare ai poli di Ganimede, mentre i brillamenti sono nella zona centrale e destra di Io. Lo spettrometro del telescopio ha rivelato che il perossido di idrogeno, presente nelle regioni polari di Ganimede, sta assorbendo luce. Il processo è il risultato di particelle caricate elettricamente vicino a Giove e alla luna che si scontrano con la copertura ghiacciata della luna. Secondo gli autori, il composto è formato da interazioni tra particelle e ghiaccio, provocando la radiolisi. Il processo scompone le molecole d’acqua, che poi si ricombinano per formare perossido di idrogeno.
L’altro studio descrive alcune eruzioni in corso sulla luna Io. Una di queste è stata rivelata attraverso un aumento della luminosità nel complesso vulcanico di Loki Patera, nonché un’eruzione molto luminosa nell’area chiamata Kanehekili Fluctus. Essendo Io l’unica luna vulcanicamente attiva del Sistema Solare, rilevazioni di questo tipo permettono di studiare i fenomeni da una prospettiva diversa da quella che si otterrebbe sulla Terra. Per la prima volta, hanno collegato l’eruzione del Kanehekili Fluctus a un’eruzione prodotta dal monossido di zolfo. L’anidride solforosa è il composto principale nell’atmosfera di Io e proviene dalla sublimazione del composto solido e dalle eruzioni che si verificano sulla luna. Tuttavia, i vulcani producono anche monossido di zolfo, che è molto più difficile da rilevare. Imke de Pater, coautore di uno dei nuovi studi, afferma che i nuovi dati mostrano, per la prima volta, che il monossido di zolfo ad alta eccitazione proviene dal vulcano. “La relazione tra monossido di zolfo e vulcani deriva da un’ipotesi del 2002 che abbiamo creato per spiegare come vedremmo il monossido di zolfo“, ha detto. Ora, nuovi dati mostrano che il gas può raggiungere i 1.500 K all’apertura dei vulcani di Io, e se viene espulso in questo stato eccitato, perde il suo fotone e genera l’emissione osservata.
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