In alcune condizioni, possono lanciare getti energetici che viaggiano vicino alla velocità della luce.
Un gruppo di astronomi di istituti scientifici americani e cinesi ha rivelato nuove caratteristiche relative ai buchi neri di massa stellare, che potrebbero aiutare a comprendere le proprietà e i comportamenti di questi oggetti astronomici. A riferirlo è stata l‘Università del Nevada mercoledì a Las Vegas. I buchi neri stellari sono resti di stelle massicce che possono dare origine a buchi neri supermassicci, oltre ad essere fonti dei fenomeni più energetici dell’universo, come le onde gravitazionali prodotte dalla fusione tra questi corpi massicci. È stato documentato che i buchi neri stellari contengono masse di circa 10 Soli. Esistono prove indirette che i buchi neri di massa stellare si trovano nei sistemi binari a raggi X, così come in molte galassie che ospitano buchi neri massicci o supermassicci al loro centro. Un sottoinsieme di buchi neri stellari incorporato in un disco di accrescimento è chiamato “microquasar“. Questo oggetto compatto può imitare, su scala ridotta, molti dei fenomeni osservati nei quasar (nuclei galattici attivi estremamente luminosi), come l’espulsione di getti di plasma altamente energetici che viaggiano a una velocità prossima a quella della luce (relativistica).
In una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, è stata segnalata una caratteristica di un sistema di microquasar mai registrata prima. Si tratta di GRS 1915+105, un sistema binario a raggi X contenente un buco nero di massa stellare in rapida rotazione con un getto relativistico. I ricercatori hanno scoperto per la prima volta un segnale di oscillazione quasi periodica (QPO) nella banda dei raggi X in un sistema microquasar. Questo segnale, che ha un periodo di circa 0,2 secondi o una frequenza di circa 5 Hertz (Hz), è stato rilevato dal Five Hundred Meter Aperture Spherical Telescope (FAST) situato in Cina. “Un tale segnale appare solo in particolari condizioni fisiche“, ha detto il professor Wei Wang, assicurando che è stato catturato solo due volte. D’altra parte, l’astrofisico Bing Zhang ha sottolineato che questa scoperta può essere considerata come la prima prova dell’attività di un getto emesso da un buco nero di massa stellare. Zhang ha suggerito che queste oscillazioni temporanee probabilmente hanno avuto origine dal disco di accrescimento interno, sebbene siano state prese in considerazione altre regioni in cui potrebbero verificarsi. A sua volta, durante la fase di oscillazione è stata osservata anche la polarizzazione circolare (proprietà fondamentale della radiazione elettromagnetica), che secondo Zhang potrebbe essere stata causata da un disallineamento tra l’asse di rotazione del buco nero e il suo disco di accrescimento. “Tuttavia, ci sono altre possibilità e le continue osservazioni di questa e di altre fonti galattiche di microquasar porteranno ulteriori indizi per comprendere questi misteriosi segnali QPO”, ha concluso.