Dai cadaveri di Machu Picchu è stato prelevato un antico DNA che ha rivelato la nota Città Perduta degli Incas, che ospitava una popolazione multiculturale proveniente da tutto l’impero e non solo. Tenendo traccia delle radici genetiche di 34 nativi Machu Picchu in diverse regioni delle Ande e della foresta pluviale amazzonica, i ricercatori sostengono che forse, quelli sepolti nel sito, erano servitori provenienti da ogni parte del mondo e costretti a lavorare nella tenuta reale. Lo studio è stato poi pubblicato su Science Advances.
In origine, Machu Picchu era abitato soprattutto da assistenti noti come yanacona (se maschi) o aclla (se femmine). Recenti ricerche hanno indicato che questi servitori vivevano una vita piuttosto confortevole, dato che le loro ossa non mostrano segni reduci da pesanti lavori manuali, mentre la mancanza di prove per le malattie infantili suggerisce che erano ben curati. Ad ogni modo, fino ad oggi, si conosceva poco su chi fossero questi occupanti a tempo pieno o quale fosse la loro provenienza. Così gli autori dello studio, hanno analizzato il DNA di individui sepolti in tutti e quattro i cimiteri di Machu Picchu confrontandoli con i genomi di un numero uguale di persone della vicina Cusco.
Come ha spiegato i ricercatori: “I risultati suggeriscono una comunità diversificata di servitori a Machu Picchu in cui persone di diversa estrazione genetica hanno vissuto, riprodotto e sono stati sepolti insieme. Alcuni di questi servitori erano legati ad antiche comunità in tutti gli altopiani andini, mentre altri provenivano da aree più lontane, come la costa settentrionale e meridionale peruviana”.
Sei dei 34 servitori provenivano dalla foresta pluviale amazzonica, cui origini provenivano da diverse regioni delle pianure del Perù, Ecuador e Colombia. Inoltre, sostengono i ricercatori: “Sulla base dei nostri risultati, Machu Picchu era sostanzialmente più geneticamente diversificato … rispetto ai villaggi rurali contemporanei delle Ande, le persone sono arrivate a Machu Picchu come individui piuttosto che comunità o famiglie allargate”.
L’autore dello studio di ricerca Jason Nesbitt ha dichiarato che: “Adesso, la genetica non si traduce in etnia o qualcosa del genere, ma questo dimostra che hanno origini distinte all’interno di diverse parti dell’impero Inca. Sfortunatamente, le analisi riportate qui non ci dicono nulla sull’identità genetica dei reali Inca e dei loro ospiti per i quali è stato costruito il palazzo di campagna. Questi individui d’élite risiedevano a Cusco e non avrebbero vissuto a tempo pieno a Machu Picchu o sarebbero stati sepolti lì”.