L’incredibile storia di Tim Shaddock, il marinaio 51enne e del cane Bella: salvato dopo diverse settimane in balia dell’Oceano. Salvati grazie ad un elicottero.
Un uomo è riuscito a sopravvivere dopo oltre due mesi alla deriva nell’Oceano Pacifico e con il suo cane Bella. Il marinaio australiano di 51 anni, Tim Shaddock, era partito ad aprile dal Messico verso la Polinesia francese, ma una burrasca ha danneggiato la barca, lasciando lui e l’animale da soli alla deriva. Senza radio, senza radar: strumenti indispensabili alla navigazione, Shaddock ha dovuto affrontare l’oceano per due mesi prima che qualcuno riuscisse a metterli in salvo. La settimana scorsa un elicottero li ha avvistati per caso, dando poi inizio al soccorso. Ma come sono riusciti a sopravvivere? Nonostante sia apparso visibilmente stanco, dimagrito e con una barba incolta, l’uomo ha raccontato a 9News, di essere sopravvissuto grazie alla pesca: “Ci siamo alimentati di pesce crudo e bevuto acqua piovana. Ho evitato di scottarmi riparandomi sotto il baldacchino della sua barca“.
Dopo essere stato portato in Messico il marinaio è stato sottoposto ad esami medici che hanno dimostrato il suo buono stato di salute. Essenziale per la sopravvivenza dell’uomo è stata anche la presenza del cane Bella, amica fidata dell’uomo, che già prima di perdersi in oceano aperto era abituata a mangiare pesce: “Averla nella mia barca mi ha aiutato molto – ha dichiarato ai media locali – mi sono sentito meno solo e mi ha spronato a combattere per sopravvivere. Ho attraversato un calvario molto difficile – ha concluso Shaddock – ora ho bisogno di riposarmi e mangiare buon cibo“. Secondo Mike Tipton, esperto di sopravvivenza oceanica, Shaddock è sopravvissuto grazie a un misto di fortuna e abilità: “Conoscere il mare, sapere quali sono le ore più calde e come proteggersi dal sole è essenziale per evitare la disidratazione e le scottature. Le possibilità di trovare quella piccola barca nell’Oceano Pacifico erano molto scarse, per fortuna l’incidente si è verificato in una zona ambiente calda, perché storicamente è molto più dura sopravvivere alle basse temperature. Per il marinaio australiano è stato essenziale avere un piano, gestire il cibo e l’acqua è il segreto per riuscire a sopravvivere alle lunghe traversate“.