Secondo gli esperti ci troviamo davanti ad una scoperta talmente importante che potrebbe addirittura riscrivere la storia di Selinunte, la città che ha costituito in passato la colonia greca più importante di tutta la Sicilia. Del resto ci troviamo già nel più grande parco archeologico d’Europa, un luogo che sforna tesori con costanza e, negli ultimi giorni, ha regalato un ritrovamento sorprendente. Un team di archeologi ha individuato a poca distanza dall’antica darsena collegata al mare, nascosti sotto la sabbia, quattro filari di blocchi lunghi 15 metri e alti 1 metro e 80 che costituirebbero, secondo i primi riscontri, parte dell’antico porto commerciale della città.
Il ritrovamento è avvenuto a circa cento metri da riva e gli archeologi non hanno dubbi: ci troviamo dinnanzi ad uno dei due porti dell’antica ex colonia di Megara iblea, individuato casualmente durante le opere di disboscamento e di pulitura del vallone del Gorgo Cottone, nell’area della foce. L’intuizione è stata di Felice Crescente, agronomo e direttore del parco archeologico: nel corso dell’ultimo giorno dei lavori è emerso l’angolo di un blocco nascosto sotto un massiccio strato di vegetazione e di sabbia, proprio sulla spiaggia davanti all’Acropoli. Con l’impiego di un georadar sono state approfondite le ricerche individuando quelle che presumibilmente sarebbero le pareti di una darsena per le imbarcazioni e addirittura la base di un ponte sul fiume.
A capire tra i primi che la struttura fosse di enorme importanza è stata l’archeologa Linda Adorno, profonda conoscitrice e studiosa dell’antica Selinunte nonché responsabile dei lavori, assistita dalla collega Melanie Jonasch. A quel punto i lavori sono stati sospesi così da avviare approfondite indagini sull’area. Il direttore del parco ha dichiarato: “Una scoperta frutto degli studiosi che lavorano con noi da anni e delle maestranze del Parco”. Il risultato dei lavori è visibile: è stata fatta affiorare l’intera lunghezza della facciata della struttura ma per comprenderne appieno l’utilizzo occorreranno ulteriori indagini. Si ritiene che potesse esistere un collegamento con il traffico navale del proto orientale, data la posizione sulla sponda occidentale del Gorgo Cottone.