La falera con il volto mitologico di una donna i cui capelli sono costituiti da serpenti è un antico segno distintivo dei guerrieri romani ed è stata ritrovata nei pressi del Vallo di Adriano.
Una decorazione militare d’argento di quasi 1.800 anni raffigurante la testa della gorgone Medusa è stata scoperta in Inghilterra in un sito archeologico che un tempo si trovava sul confine settentrionale dell’Impero Romano. All’inizio di giugno, gli archeologi avevano portato alla luce una falera (un bottone con decorazioni in rilievo che veniva utilizzato sulle armature dei guerrieri e sui finimenti dei cavalli in epoca romana) durante uno scavo archeologico a Vindolanda, un forte ausiliario romano costruito alla fine del I secolo.
Vindolanda è una piccola fortezza, i cui resti si trovano a sud del famoso Vallo di Adriano, costruito nel primo terzo del II secolo d.C. C. Il forte fu edificato poco prima, intorno all’anno 85 d. C., per proteggere il confine settentrionale della Britannia romana dalle incursioni dei Pitti, una confederazione di tribù celtiche che abitavano la Scozia settentrionale e centrale. La gorgone Medusa, una sorta di mostro femminile della mitologia greca il cui sguardo pietrifica chiunque la guardi, in epoca romana era considerata apotropaica, cioè la sua immagine respingeva il male. A spiegarlo a Live Science è John Pollini, esperto di storia dell’arte greca e romana e di archeologia presso la University of Southern California (USA). Poiché la falera veniva assegnata come riconoscimento per il “valore in battaglia”, i guerrieri la attaccavano alla cintura e la indossavano durante le parate. Per Pollini molti distintivi di questo tipo non sono giunti ai nostri giorni perché erano composti di metalli preziosi che venivano generalmente fusi.