Gli scienziati hanno rilevato un’eco inquietante proveniente da un buco nero supermassiccio che è quattro milioni di volte più massiccio del sole al centro della nostra Via Lattea.
Gli esperti che lavorano presso l’Osservatorio astronomico di Strasburgo in Francia hanno individuato enormi quantità di radiazioni emesse da Sagittarius A* (Sgr A*) nella luce riflessa dalle nuvole nel Centro Galattico, la regione centrale della nostra galassia. Questi risultati spiegano perché le nubi molecolari galattiche vicino a Sgr A*, a 25.640 anni luce dalla Terra, risplendono più intensamente del solito. Il suono è stato rilevato provenire da Sagittarius A* (Sgr A), un buco nero supermassiccio al centro della nostra Via Lattea, un buco nero supermassiccio al centro della nostra Via Lattea. Quando un buco nero è “dormiente”, l’abisso oscuro non emette alti livelli di radiazione a raggi X, che è il modo in cui tali buchi neri vengono tipicamente rilevati. Le stelle erano state precedentemente viste orbitare attorno a qualcosa di invisibile, compatto e molto massiccio al centro della Via Lattea. Ciò suggeriva fortemente che l’oggetto fosse un buco nero e l’immagine dell’anno scorso fornisce la prima prova visiva diretta. Sebbene sia impossibile vedere il buco nero stesso perché è completamente buio, il gas incandescente che lo circonda rivela una firma rivelatrice: una regione centrale scura (chiamata ombra) circondata da una struttura luminosa ad anello.
Il suono, che colpisce note alte e basse, segna un periodo di attività molto intenso quando gas e polvere furono inghiottiti circa 200 anni fa, quando l’oscuro abisso esplose in vita dopo essere rimasto dormiente.
“Il nostro lavoro presenta la prova mancante che i raggi X delle gigantesche nubi molecolari sono dovuti al riflesso di un bagliore intenso, ma di breve durata, prodotto a Sagittarius A* o nelle sue vicinanze”. “Questi risultati possono limitare ulteriormente l’attività passata del centro galattico.” E Sgr A* è uno dei pochissimi buchi neri nell’universo in cui gli scienziati possono osservare il flusso di materia nelle vicinanze. Poiché l’area assorbe tutta la luce circostante, è difficile da vedere e gli scienziati hanno trascorso decenni alla ricerca di indizi sull’attività del buco nero. “Per avere un’idea dell’aumento dell’intensità dell’emissione di raggi X quando il buco nero è emerso dal suo stato di quiescenza, è come se una singola lucciola nascosta in una foresta diventasse improvvisamente luminosa come il sole,” ha detto il dott. Marin ha detto. Il team internazionale ha combinato i dati del telescopio spaziale IXPE (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) e del Chandra X-ray Observatory. “L’angolo di polarizzazione è coerente con il fatto che Sgr A* è la fonte primaria dell’emissione,” ha detto il dott. Martin. “Il grado di polarizzazione implica che circa 200 anni fa la luminosità dei raggi X di Sgr A* era brevemente paragonabile a quella di una galassia di Seyfert.” Ora il team continuerà il lavoro cercando di capire come un buco nero passi da uno stato quiescente ad attivo.