Nell’antica città assira di Nimrud è stato portato alla luce un grande monumento in pietra raffigurante la dea Ishtar.
Tra le rovine distrutte di un’antica città saccheggiata dall’ISIS, gli archeologi hanno studiato vari tipi di antichi manufatti. Tra le nuove reliquie scoperte nel sito ci sono quelle di un tempio di 3000 anni dedicato a Ishtar, la dea mesopotamica dell’amore e della guerra. L’antica città di Nimrud si trova nell’attuale Iraq, a circa 30 chilometri a sud della città di Mosul. Trovato lungo il fiume Tigri, l’insediamento crebbe fino a diventare una fiorente città assira tra il 1350 a.C. e il 610 a.C. circa, con grandi palazzi, splendide opere d’arte e imponenti templi. Nel giugno 2014, l’ISIS conquistò Mosul e l’area circostante. Come parte del loro sforzo per liberare l’area dalla cultura non islamica, l’ISIS ha deciso di distruggere sistematicamente il sito archeologico di Nimrud, demolendo le rovine con mazze, bombe e scavatrici. Terminato quel regno del terrore, gli archeologi sono riusciti a ritornare a Nimrud. All’inizio di quest’anno, gli archeologi dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage e dell’Università della Pennsylvania hanno continuato a lavorare sul Tempio di Ishtar, che venne bruciato quando la città fu saccheggiata da un esercito invasore nel 612 a.C. I principali ritrovamenti erano frammenti di un grande monumento in pietra che raffigura la dea Ishtar all’interno di un simbolo stellare. “La nostra più grande scoperta è stato uno spettacolare frammento della stele di pietra che mostra la dea Ishtar all’interno del simbolo di una stella. Questa è la prima rappresentazione inequivocabile della dea come Ishtar Sharrrat-niphi, un aspetto divino della dea associato al sorgere del pianeta Venere, la ‘stella del mattino’, che si trova in questo tempio a lei dedicato“, dice il dott. Michael Danti, direttore del programma dell’Iraq Heritage Stabilization Program e archeologo presso l’Università della Pennsylvania.
Durante i precedenti scavi a Nimrud, la stessa squadra aveva rivelato un palazzo di 2.800 anni appartenente a un re assiro Adad-Nirari III, che regnò dall’810 al 783 a.C. Hanno anche trovato lastre di pietra monumentali incise con il cuneiforme, l’antico sistema di scrittura ampiamente utilizzato in tutto il Medio Oriente nella prima età del bronzo. Molte delle nuove scoperte di questa stagione evidenziano l’opulenza dell’antica Nimrud e il regno di Adad-Nirari III. Gli archeologi hanno identificato due colossali basi di colonne in pietra che suggeriscono che il palazzo fosse magnificamente decorato con colonne splendidamente scolpite. All’interno della sala del trono sono state recuperate le prove di un grande bacino di pietra, che i ricercatori ritengono possa essere servito da sistema di riscaldamento centralizzato. Hanno, inoltre, portato alla luce frammenti di avorio e gusci d’uovo di struzzo, materiali rari e dunque di grande valore nella prima età del bronzo. Questi antichissimi reperti, dal valore inestimabile, stavano per essere distrutte per sempre dall’ISIS. Fortunatamente, grazie al duro lavoro di archeologi e ricercatori, le preziose testimonianze storiche della città possono rimanere ancora mantenute vive.