Un sistema con una precisione superiore al 90% ha aiutato a localizzare i depositi di minerali lungo il conteso confine tibetano.
Un team di scienziati cinesi ha scoperto grandi riserve di minerali delle terre rare nell’Himalaya che potrebbero consolidare la posizione del paese come principale fornitore mondiale. A renderlo noto mercoledì è il South China Morning Post. I ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale (AI) per localizzare i depositi, che si estendono lungo una striscia di 1.000 chilometri dell’altopiano tibetano. Si prevede che la scoperta aumenterà la domanda cinese di terre rare, essenziali per le industrie emergenti e la tecnologia della difesa. Tuttavia, l’estrazione dei minerali potrebbe richiedere decenni a causa della lontananza dell’area. Il sito di interesse si trova lungo il confine meridionale del Tibet, dove la Cina ha avuto una disputa territoriale di lunga data con l’India. Per questo motivo, i geologi del governo cinese sostengono che più velocemente il paese individua i depositi, più ” vantaggi strategici ” avrà a breve termine.
“La domanda cinese di risorse minerarie come ferro, rame, alluminio, carbone e cemento, che sono alla base dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione, dovrebbe diminuire drasticamente nei prossimi 15-20 anni. L’estrazione mineraria si concentrerà principalmente sulle terre rare“, ha scritto il Professor Zuo Renguang, direttore scientifico del progetto. “I metalli delle terre rare sono insostituibili nelle industrie emergenti come i nuovi materiali, la nuova energia, la tecnologia militare e di difesa e la tecnologia dell’informazione, rendendoli una risorsa minerale strategica chiave nella competizione globale“, ha aggiunto. Se la Cina deteneva una posizione dominante negli anni ’80 e ’90, con circa il 43% delle riserve mondiali di risorse di terre rare, la sua quota è scesa a circa il 36,7% nel 2021. Dal 2020, Zuo Renguang e il suo gruppo di ricerca hanno sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di elaborare automaticamente quasi tutti i dati grezzi raccolti da satelliti e altri strumenti. In particolare, questo sistema è stato concepito per identificare graniti di colore chiaro che possono contenere minerali delle terre rare. Inizialmente, il sistema aveva una precisione del 60%, ma il team di ricercatori ha aggiunto informazioni sulla composizione chimica delle rocce, che hanno aumentato la precisione dello strumento al 90%. Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi composto da scandio, ittrio e 15 lantanidi. Il nome è fuorviante, poiché non sono terre, ma metalli che, in condizioni naturali, sono quasi sempre ossidati. Inoltre, non tutti sono davvero rari, poiché, ad esempio, il cerio è il 25° elemento più abbondante nella crosta terrestre, paragonabile, per diffusione, al rame. Ciò che li rende importanti è che, grazie a una struttura simile dei gusci elettronici, condividono alcune caratteristiche chimiche e fisiche. In particolare, hanno proprietà magnetiche e conduttive che vengono utilizzate in un’ampia gamma di prodotti, inclusa la tecnologia, dai componenti delle auto elettriche e i touch screen degli smartphone ai sistemi di difesa missilistica.