Uno studio afferma che le giornate più calde aumentano del 4% gli attacchi di questi animali alle persone
Da sempre considerato come il migliore amico dell’uomo, il cane è anche l’animale domestico più diffuso nel mondo. Ma avere un cane aggressivo può essere un problema per il padrone e per chi si trova ad interagire con l’animale. A tal proposito la rivista Scientific Reports ha reso noto questo giovedì un articolo che sostiene che nei giorni con le temperature più alte e maggiori radiazioni ultraviolette (UV) si hanno maggiori probabilità che un cane morda una persona. Nello studio, gli esperti hanno analizzato i dati sui morsi di cani in otto città degli Stati Uniti tra il 2009 e il 2018, con quasi 70.000 aggressioni segnalate. L’incidenza dei morsi è aumentata del 4% nei giorni caldi, dell’11% quando la radiazione UV era più alta e del 3% quando i livelli di ozono erano più alti. La relazione tra alte temperature e aggressività era già stata verificata nell’uomo, nel macaco rhesus, nel topo e nel ratto. Pur non avendone accertato il nesso di causalità, Clas Linnman, primo autore dell’opera, sostiene che la spiegazione potrebbe essere trovata nello stress che il caldo comporta per questi animali. L’esperto sottolinea, inoltre, che le temperature più alte possono influenzare il comportamento degli esseri umani nei confronti di questi animali. Stefania Pineda, specialista in comportamento animale e professore presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Complutense di Madrid (UCM), che non ha partecipato alla ricerca, conferma la tesi di Linnman aggiungendo che, inoltre, con il caldo, le persone escono di più e vogliono interagire maggiormente con i cani, il che può stressarli di più e causare un attacco. “Lo stress da calore provoca loro ansia e ciò si traduce in aggressività”, afferma. Per quanto riguarda le radiazioni UV, sebbene le cause non siano del tutto stabilite, Linnman cita diverse indagini che indicano che i raggi ultravioletti influenzano il volume della dopamina nello striato del cervello (coinvolto nelle funzioni cognitive e nella regolazione del movimento). “Potrebbe esserci un legame con la sensibilità dei sistemi di ricompensa alle azioni a breve termine“, spiega il ricercatore.
Pineda, professore all’UCM, ha spiegato che l’aggressività è regolata dalla concentrazione di serotonina e dopamina. Se le radiazioni UV riducono i livelli di dopamina, potrebbero produrrebbe segni di ansia, aggressività. Nello studio, i ricercatori hanno osservato anche che nei fine settimana c’è una minore incidenza di morsi. Linnman attribuisce il fatto che sia i cani che le persone siano più rilassati e abbiano più tempo per interagire con calma nei fine settimana. Gli animali domestici trascorrono molto tempo da soli durante la settimana e possono annoiarsi, il che può causare stress. Uno dei limiti che gli autori evidenziano nella ricerca stessa è che nei registri consultati non erano presenti i dati fondamentali sui cani come la razza, il sesso, lo stato di castrazione o sterilizzazione o sulla vittima (gravità dell’attacco, età, sesso, familiarità con l’animale o interazioni pre-incidente). Ma la razza non influenza il rischio, dice Pineda: “Molte volte, l’aggressività è più comune nei cani di piccola taglia che nei cani di grossa taglia“. Sempre l’esperto sottolinea, inoltre, che mancano dati anche sul tipo di incidenti, perché quando l’attacco proviene da un cane di piccola taglia, di solito non viene richiesta assistenza medica. Un morso di cane può avere conseguenze, come lesioni fisiche, infezioni e persino la trasmissione di malattie zoonotiche che possono essere fatali, compresa la rabbia, afferma Mónica Boada. I pericoli legati ai morsi dei cani dipendono dalle sue dimensioni, spiega l’etologo. Se la razza è piccola, la ferita non sarà paragonabile a ciò che può provocare un Rottweiler, per esempio. Il cane di taglia grande ha mascelle più sviluppate, denti più forti e più muscoli nel collo. ‘‘Prima di mordere, il cane lancia precisi segnali il cane, ma gli umani leggono molto male gli animali, non capiamo la loro lingua“, dice il professore dell’UCM. Alcuni segni che devono essere presi in considerazione sono che l’animale può apparire teso, con i peli ritti o mostrare i denti, dice Boada, ricercatore presso l’UCM. “Dopo i segnali arriva il ringhio e poi il morso”, dice Pineda.