Secondo il subacqueo che ha effettuato il ritrovamento, trovare un pezzo dentale di tali dimensioni e in queste condizioni di conservazione è qualcosa di fuori dal comune.
Il proprietario e fondatore di Black Gold Fossil Charters, una società americana dedicata alla ricerca subacquea di fossili, ha recentemente scoperto un dente di megalodonte di 15 centimetri sulla costa dello stato della Florida. A riferirlo è la Fox. Secondo i dati, Michael Nastasio ha scoperto il dente di squalo preistorico alcune settimane fa al largo della costa meridionale della contea di Sarasota mentre si immergeva in un’area in cui il fondale era ricoperto di detriti di conchiglia; una condizione che rendeva difficile l’identificazione del frammento. “È stata l’ultima immersione della giornata ed era iniziata piuttosto male perché l’area in cui stavo cercando di immergermi era ricoperta di conchiglie. Ho nuotato per 20-30 minuti prima di trovarla“, ha spiegato il sub, che ha detto di essersi sentito “stordito” nel trovare il dente. Secondo Nastasio, che può vantare oltre 10 anni di esperienza nella ricerca di fossili di megalodonte, trovare un pezzo dentale di quelle dimensioni, colore e che, inoltre, sia completo, è un evento insolito. I megalodonti sono considerati uno dei più grandi predatori che abbiano popolato gli oceani. Questa specie di squalo preistorico visse tra 19,8 e 2,6 milioni di anni fa, durante il Cenozoico.
Conosciuto come il più grande squalo mai esistito, il megalodonte ha da sempre affascinato gli appassionati di paleontologia e gli amanti dei mari. Scientificamente noto come Carcharocles megalodon, il megalodonte visse tra circa 23 e 2,6 milioni di anni fa durante l’era del Cenozoico. Questo enorme predatore marino poteva raggiungere dimensioni impressionanti, con stime che indicano una lunghezza media di circa 15-18 metri e un peso di oltre 50 tonnellate. Le sue mascelle erano armate di giganteschi denti, alcuni dei quali lunghi anche oltre 15 centimetri. Questi denti sono gli unici resti che abbiamo del megalodonte, in quanto il suo scheletro era costituito principalmente da cartilagine, che non può conservarsi come le ossa. Il megalodonte era indiscutibilmente l’apice della catena alimentare marina. Le sue enormi dimensioni e la sua incredibile forza lo rendevano un predatore temibile, capace di cacciare mammiferi marini come balene e foche. La sua dentatura era perfettamente adattata per sbranare le prede e i suoi muscoli potenti gli consentivano di affrontare anche i più grandi animali del mare. Si stima che il megalodonte potesse nuotare a una velocità massima di circa 60 km/h, il che gli permetteva di avvicinarsi rapidamente alle sue vittime. Nonostante la sua maestosità, il megalodonte scomparve misteriosamente dalla faccia della Terra circa 2,6 milioni di anni fa. Gli scienziati sono ancora incerti sulle cause della sua estinzione, ma diverse teorie sono state avanzate. Alcuni ipotizzano che i cambiamenti climatici abbiano avuto un impatto negativo sulle sue prede, riducendo la disponibilità di cibo. Altri suggeriscono che l’evoluzione di nuove specie di squali più piccoli e agili abbia portato a una competizione sfavorevole per il gigante. Nonostante queste ipotesi, la vera ragione della sua scomparsa rimane ancora un enigma.