I ricercatori ritengono che “ciò significherebbe non solo che gli esseri umani non sono unici nello sviluppo di pratiche simboliche, ma che potrebbero non aver nemmeno inventato tali comportamenti”.
Un team di paleontologi ha affermato di aver trovato il luogo di sepoltura più antico del mondo conosciuto in Sud Africa, contenente i resti di un lontano parente di esseri umani, dal cervello piccolo e ritenuto incapace di comportamenti complessi. I ricercatori, guidati dal paleoantropologo Lee Berger, hanno scoperto diversi esemplari di Homo naledi, un ominide che si arrampica sugli alberi dell’età della pietra, sepolto a circa 30 metri sottoterra in un sistema di grotte. “Queste sono le sepolture più antiche registrate finora nella documentazione degli ominidi, precedenti alle prove di sepolture di Homo sapiens di almeno 100.000 anni“, secondo uno studio pubblicato lunedì.
Gli scienziati indicano che “le scoperte dimostrano che le pratiche mortuarie non erano limitate all’Homo sapiens o ad altri ominidi con cervelli sviluppati”. Secondo Berger, “ciò significherebbe non solo che gli esseri umani non sono unici nello sviluppo di pratiche simboliche, ma che potrebbero non aver nemmeno inventato tali comportamenti“. Da parte sua, Carol Ward, antropologa dell’Università del Missouri (Usa) che non è stata coinvolta nella ricerca, ha affermato che “questi risultati, se confermati, avrebbero una notevole importanza per lo studio“.