Gli studi acustici condotti su una replica stampata in 3D dell’enigmatico Stonehenge hanno rivelato una curiosa proprietà dell’antico monumento: la sua struttura era in grado di amplificare i suoni prodotti all’interno e attutire i suoni all’esterno. In altre parole, sarebbe il luogo perfetto per tenere discorsi ed eseguire rituali segreti, impedendo agli estranei di ascoltare, partecipare o spiare la cerchia ristretta. Costruita circa 5.000 anni fa, la misteriosa struttura del cerchio di pietre fu eretta nel Wiltshire rurale, nel sud-ovest dell’Inghilterra. Esistono altri monumenti in pietra simili, ma il più famoso è anche il più sofisticato, il che forse spiega la sua fama. Ad aumentare la curiosità c’è il fatto che non sappiamo chi abbia costruito Stonehenge o perché, anche se le ultime ricerche stanno già fornendo qualche indizio. Secondo Trevor Cox, che sta guidando gli sforzi attuali, l’acustica dei luoghi influenza il modo in cui vengono utilizzati. Comprendere i suoni di un sito preistorico è una parte importante dell’archeologia, che lo ha portato ad applicare tali metodi a Stonehenge. Le teorie che circondano la costruzione dicono che potrebbe trattarsi di un cimitero, un luogo di guarigione o anche un calendario celeste, dato che gli spazi dell’anello di pietra esterno si allineano esattamente con il solstizio d’estate e d’inverno. Dopo circa 10 anni, la ricerca di Cox ha scoperto che il monumento era un’enorme camera dell’eco, portando a credere che fosse utilizzato come luogo per rituali, a cui partecipava solo l’élite del popolo dell’epoca. Il ricercatore ha notato che la tecnica di modellazione acustica in scala non era mai stata applicata nei siti preistorici, il che lo ha portato a considerare che Stonehenge potesse avere qualche proprietà diversa. Per scoprirlo, ha creato una replica in scala 1:12, abbastanza piccola da poter essere testata nella camera semi-anecoica dell’Università di Salford (una stanza quasi insonorizzata, con schiuma geometrica su ogni superficie tranne il pavimento). Cox è stato in grado di ottenere un modello computerizzato del monumento da English Heritage, il che l’ha aiutato a capire come appariva 4000 anni fa, quando sarebbe stato costruito. Molte pietre sono attualmente mancanti o sono cadute, con la disposizione che è cambiata notevolmente dal 2000 a.C. ai giorni nostri. Per ricreare l’aspetto antico, 157 pietre sono state stampate in 3D, impiegando 6 mesi. Dopo essere state verniciate di grigio e sistemate secondo una precisa disposizione, sono iniziate le prove acustiche. Poiché la dimensione è 1/12 dell’originale, i suoni dovevano avere la loro frequenza moltiplicata per 12. Gli altoparlanti posizionati nella stanza riproducevano le frequenze che gli scienziati stavano cercando e i microfoni raccoglievano i risultati. Un modello al computer creato da Cox ha simulato voci e musica, distorcendole e simulando le proprietà della costruzione preistorica. Sorprendendo i ricercatori, Stonehenge – che non ha soffitto o pavimento – fa rimbalzare il suono tra gli spazi nelle pietre, mantenendolo all’interno del cerchio. La voce, come la musica, sarebbe risultata più potente e d’impatto al centro della struttura. La direzionalità della voce è uno degli aspetti più interessanti della ricerca, dal momento che su una collina con erba normale, senza pietre, una persona con le spalle girate avrebbe sentito i suoi discorsi in media solo ⅓ delle volte.
Tuttavia, il riflesso sonoro delle pietre amplifica la voce di 4 decibel, il che aumenta il tasso di comprensione del parlato al 100%. Cerimonie o rituali eseguiti all’interno del cerchio risulterebbero dunque ”privati”, escludendo chiunque all’esterno. La ricerca ha già indicato che i dintorni di Stonehenge potrebbero avere siepi coltivate (erba o recinzioni di alberi), nascondendo anche visivamente il sito a chiunque non potesse partecipare. Cox paragona l’acustica di un edificio alla differenza tra lo stare in piedi in un cinema vuoto e una cattedrale, anche se a noi, abituati a muoverci dentro e fuori da spazi chiusi, una persona del tardo neolitico che non ha familiarità con l’acustica dei muri, avrebbe trovato l’effetto ipnotizzante. I primi risultati della ricerca sono stati pubblicati nel Journal of Archaeological Science nel 2020, ma Cox e il suo team continuano a studiare ulteriormente l’acustica del sito, esplorando, ad esempio, come le persone nel cerchio di pietre potrebbero aver cambiato il riverbero del suono. Recentemente, con modelli miniaturizzati fino a 100 persone all’interno del mini Stonehenge, sono state effettuate nuove misurazioni. Mentre i nostri corpi assorbono i suoni, i cambiamenti nell’acustica durante le cerimonie sono certamente avvenuti. Si verificano anche i cambiamenti in base alla posizione dell’ascoltatore, che cambia a seconda che ci troviamo di fronte o di lato rispetto alla sorgente del suono. La riflessione laterale dei suoni migliora, ad esempio, la qualità della musica nelle sale da concerto. Le conclusioni definitive su questi misteriosi umani preistorici sono impossibili, ma ulteriori indizi su ciò che stavano facendo nel cerchio di pietre saranno pubblicati dopo un’ulteriore analisi dei dati da parte del team di Cox entro la fine dell’anno.
Fonte:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0305440320301394