Il nuovo record di 100 milioni di gradi Celsius, in un esperimento di fusione nucleare, è stato raggiunto in un reattore di appena appena un metro di diametro. Finora questa temperatura era stata raggiunta solo in reattori molto più grandi, di diversi metri di diametro. Il nuovo risultato suggerisce che l’energia della fusione nucleare può essere fornita anche da dispositivi di dimensioni ridotte. Per funzionare, un reattore a fusione nucleare ha bisogno di un gas leggero (come l’idrogeno) come combustibile e di una temperatura abbastanza alta da trasformarlo in plasma. Nelle stelle la pressione esercitata dalla gravità finisce per schiacciare gli ioni (atomi del gas a cui sono stati sottratti gli elettroni) fino a farli fondere liberando l’energia che li fa brillare. In un reattore, non è possibile ottenere così tanta pressione, quindi gli scienziati hanno bisogno di temperature di almeno 100 milioni di gradi Celsius per schiacciare gli ioni. Inoltre, è necessario un campo magnetico sufficientemente forte per confinare il plasma nella forma desiderata.
I ricercatori della Tokamak Energy Ltd, nel Regno Unito, del National Laboratory di Princeton e Oak Ridge, negli Stati Uniti, e dell’Institute for Energy and Climate Research, in Germania, hanno raggiunto il record di temperatura nei reattori sferici di tipo Tokamak (ST). La struttura di un Tokamak sferico è molto più compatta rispetto ai modelli “classici” e crea una sorta di vortice di plasma. Ciò è stato possibile grazie a tecniche mutuate da esperimenti condotti negli anni ’90 in un reattore molto più grande chiamato Tokamak Fusion Test Reactor. Inoltre, gli scienziati della ST hanno trovato un modo per riscaldare gli ioni caricati positivamente più degli elettroni nel plasma. La temperatura ottenuta, tuttavia, è solo uno degli obiettivi affinché un esperimento raggiunga buoni risultati; l’obbiettivo è, infatti, anche di mantenerla più a lungo possibile e il team è riuscito a mantenerlo per 150 millisecondi. Uno degli obiettivi principali di questi esperimenti è quello di riuscire a produrre più energia di quella utilizzata per far funzionare il reattore