La scoperta è ad opera di un team di archeologi dell’Università dell’Idaho coordinati dal presidente della Foundation for Anthropological Research and Environmental Studies. Sfruttando una serie di dati satellitari relativi ad un’area remota della Guatemala e analizzandoli con attenzione sono riusciti ad individuare, a poca distanza dal confine con il messico, una sorta di ‘autostrada’ d’altri tempi. Una via di collegamento realizzata oltre 3000 anni fa nel cuore di un’enorme foresta tropicale, lontana dalle attuali vie di comunicazione, che serviva per collegare tra loro 417 diverse località. Complessivamente la strada aveva una lunghezza di 178 chilometri, ne deriva che gli insediamenti distavano tra loro in media mezzo chilometro. Trovarla non è stato per nulla semplice: nell’arco dei secoli infatti una fittissima vegetazione tropicale l’ha interamente ricoperta.
Anche le ‘città’ sono state sepolte nella giungla, ma non è tutto. Lungo i 178 km di strade erano presenti anche sistemi di dighe collegate a bacini idrici, infrastrutture agricole e ancora campi da gioco e monumenti a piramide. Si tratta di un vero e proprio tesoro della civiltà Maya risalente al 1000 a.c. La tecnologia alla base di questa scoperta si chiama lidar, un radar molto avanzato che riesce a rivelare ciò che la fitta vegetazione nasconde restituendo immagini in 3d. Sono stati i ricercatori a definire i quasi 178 km di rete stradale come il “primo sistema autostradale del mondo”.
(immagine Foundation for Anthropological Research and Environmental Studies)