Giove: fulmini molto simili a quelli della Terra, anche se più lunghi

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Fonte: Twitter/@StraniFatti

Anche se sono trascorsi decenni dopo che Voyager 1 rivelò l’esistenza di un fulmine su Giove, ad oggi non ne sappiamo ancora molto. Ad ogni modo, uno studio pubblicato su Nature Communications ha utilizzato la risoluzione temporale migliorata fornita dalla missione Juno per esplorare i processi alla base delle scariche elettriche del pianeta Giove e metterli a confronto con quelli sulla Terra.

Malgrado l’atmosfera di Giove sia caratterizzata per la maggior parte da idrogeno ed elio, piuttosto che l’azoto, l’ossigeno e il vapore acqueo che invece dominano quella terrestre, si pensa che nuvole di acqua e ghiaccio si formino ancora a temperature leggermente sotto lo zero. Il moto convettivo guidato dal calore proveniente dalle profondità di Giove provoca la separazione della carica all’interno delle nuvole, andando a creare dei potenti campi elettrici. Proprio come sulla Terra, i fulmini possono saltare tra questi mentre i campi si rompono, anche se su Giove questo accade principalmente vicino ai poli.

Nel corso dell’ultima missione Galileo su Giove, sono stati rilevati segnali a radiofrequenza, anche se analisi successive hanno mostrato che questi provenivano da molto lontano. Galileo era entrato in una parte secca e stabile dell’atmosfera di Giove, senza temporali limitrofi. Tale posizione potrebbe aver permesso a Galileo di continuare a inviare segnali da più in profondità nell’atmosfera di Giove che se fosse stato colpito da un fulmine.

Juno può misurare gli impulsi radio prodotti dall’elettricità nell’atmosfera di Giove con una risoluzione di un ottavo di millisecondo. Il documento riporta che questi impulsi sono in genere distanti un millisecondo. Le osservazioni, come concludono gli autori suggeriscono estensioni simili a gradini dei canali dei fulmini e indicano che i processi di iniziazione dei fulmini gioviani sono simili all’inizio dei fulmini intranuvolosi sulla Terra.

Sulla Terra, solitamente ci sono da tre a sei colpi in lampi di fulmini vicini a terra, mentre gli impulsi radio di Giove sono arrivati principalmente in gruppi di cinque, ma questo non significa che il processo sia il medesimo. Gli autori dello studio spiegano che i gruppi di impulsi gioviani generati da lampi multi-stroke erano molto improbabili. In questo caso, i tratti gioviani apparirebbero in una successione circa 30 volte più veloce che sulla Terra.