L’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE), che tutti conosciamo come malattia della mucca pazza, è una malattia neurologica cronica degenerativa appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili animali e causata da un prione. Di recente, tale malattia è comparsa in modo piuttosto raro negli Stati Uniti, malgrado il rilevamento in una singola mucca nella Carolina del Sud non rappresenti alcun pericolo per le persone.
Stando a quanto riferito dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), la mucca è stata identificata e isolata prima che avesse la possibilità di entrare nella fornitura commerciale di carne bovina, tuttavia il fatto che la malattia non sia contagiosa sta a significare che le altre mucche restano inalterate.
Come spiegato in una nota dall’USDA: “Questo animale non è mai entrato nei canali di macellazione e in nessun momento ha presentato un rischio per l’approvvigionamento alimentare o per la salute umana negli Stati Uniti. Dato lo status di rischio trascurabile degli Stati Uniti per la BSE, non ci aspettiamo alcun impatto commerciale a seguito di questo risultato”.
La maggior parte delle persone che sviluppano la malattia della mucca pazza muore entro un anno dalla diagnosi, ed è per tal ragione che adesso sono entrati in vigore protocolli rigorosi per prevenire la diffusione della BSE attraverso i bovini.
Secondo l’USDA, la mucca infetta nella Carolina del Sud è risultata positivo alla BSE atipica e dunque non è stato esposta a mangimi pericolosi. Negli Stati Uniti, l’uso di proteine bovine nell’alimentazione dei bovini è stato bandito nel 1997, un divieto che ha impedito con successo agli animali di infettarsi con la BSE classica.
Anche se gli scienziati ancora non capiscono come possa verificarsi la BSE atipica, una rigida sorveglianza e test sui bovini hanno assicurato che nessuna mucca portatrice della malattia possa entrare nell’approvvigionamento alimentare.
