Qualche giorno fa sono state trovate due nuove vittime dell’eruzione del Vesuvio all’interno degli scavi di Pompei. Si tratterebbe di scheletri di due uomini, molto probabilmente morti schiacciati dalla caduta di un antico muro romano a causa dei forti terremoti che scuotevano la città durante la furia del vulcano.
Le ultime due vittime trovate nel sito archeologico, sono state scoperte durante i recenti scavi dell’Insula dei Casti Amanti al Parco Archeologico di Pompei. I resti sono stati trovati sotto quello che si pensa sia un muro crollato a causa di un terremoto legato all’eruzione del Vesuvio.
Gli archeologi sostengono che gli scheletri appartenessero a due individui maschi di almeno 55 anni. Accanto alle loro ossa c’era una piccola collezione di manufatti, tra cui monete di bronzo e argento, oltre a cinque oggetti vetrosi che forse erano perline di una collana. Inoltre, hanno anche trovato sui loro resti tracce di materiale organico, che sospettano fosse della stoffa.
Non sappiamo se i due uomini fossero parenti, amici o amanti, purtroppo però, conosciamo la loro tragica e sofferente morte. I ricercatori pensano che siano morti l’uno accanto all’altro durante il terremoto che ha provocato il cedimento del muro su di loro.
I ricercatori adesso pensano che la catastrofica eruzione sia iniziata al mattino a seguito di una serie di piccole scosse di terremoto che sono passate in gran parte inosservate dalla gente del posto. Verso l’ora di pranzo arrivò la fase pliniana quando si formò una gigantesca colonna eruttiva, espellendo roccia vulcanica e gas caldi in alto nella stratosfera. Poco dopo, questi detriti caddero a terra, bombardando per ore gli edifici.
Successivamente, si innescò una serie di correnti piroclastiche di depositi rocciosi che scesero giù dal fianco del Vesuvio e che raggiunsero in breve tempo la città con gas caldissimi e materia vulcanica. Si stima che almeno il 15-20% della popolazione della città sia morta durante questa fase, uccidendoli per asfissia da un flusso di cenere rovente e gas.