Dopo solo pochi mesi in ”vetta”, Giove ha nuovamente ceduto il titolo di “pianeta con più lune” a Saturno. La scoperta di 62 satelliti, precedentemente sconosciuti, ha riportato saldamente in testa il pianeta con gli anelli, con un totale complessivo di 145 lune ufficialmente riconosciute. Ma la scoperta dimostra, ancora una volta, l’efficacia di una nuova tecnica per individuare piccole lune intorno ai pianeti giganti. Spostando e sovrapponendo le immagini scattate alle lune nel corso di diversi anni, un team guidato dall’astronomo Edward Ashton dell’Academia Sinica Institute of Astronomy and Astrophysics di Taiwan è riuscito a trovare i satelliti di Saturno fino a un diametro di soli 2,5 chilometri. E queste minuscole lune appena scoperte stanno permettendo agli astronomi di ricostruire il passato di Saturno. In realtà è abbastanza impegnativo localizzare piccoli satelliti in orbita attorno a Giove e Saturno. Questi due pianeti, infatti, sono i più grandi del Sistema Solare, e sono molto luminosi nel cielo, specialmente dal nostro punto di vista sulla Terra, da cui sono sempre esposti alla luce del sole.
È interessante notare che i criteri per definire una luna, o satellite naturale, sono piuttosto ampi. Non ci sono requisiti di forma, massa, diametro o composizione; l’oggetto in questione deve solo avere un’orbita stabile attorno a un altro corpo più grande che non sia una stella. Quindi pianeti, pianeti nani e persino asteroidi possono avere delle proprie lune. Ma non basta individuare un oggetto vicino a un pianeta e dichiarare di aver trovato una luna nuova. L’oggetto deve essere tracciato, idealmente per diverse orbite, in modo che il suo percorso possa essere analizzato per determinare se è stabile. Quindi, mentre lo spostamento e l’impilamento possono rivelare oggetti deboli, è necessario effettuare molte di queste osservazioni per confermare lo stato della luna. Ecco come funziona il processo di studio: una serie di immagini sequenziali viene “spostata” alla stessa velocità con cui una luna si muove nel cielo. Quindi, queste immagini vengono impilate, una tecnica che amplifica i segnali troppo deboli per essere visti in una singola immagine e li rende più luminosi in modo che gli scienziati possano vederli. Questa tecnica di spostamento e sovrapposizione era stata usata per cercare le lune in orbita attorno a Urano e Nettuno; nel 2019, Ashton e i suoi colleghi lo hanno utilizzato per scansionare il cielo attorno a Saturno utilizzando il Canada-France-Hawaii Telescope (CFHT), individuando quelli che sembravano essere oggetti precedentemente sconosciuti nello spazio intorno a Saturno. Fino al 2021, gli esperti hanno periodicamente effettuato osservazioni per periodi di tre ore, spostando e impilando le immagini risultanti per vedere se gli oggetti identificati potessero essere lune. Hanno scoperto, in questo modo, 63 nuove lune, una delle quali è stata annunciata nel 2021. Ora hanno scrupolosamente confermato le altre 62. Tutti i satelliti scoperti appena scoperti appartengono ai tre gruppi di lune di Saturno classificate come “irregolari“. Queste, raggruppate in gruppi noti come lune Inuit, galliche e norrene, orbitano intorno al pianeta su grandi orbite ellittiche ad angolo inclinato rispetto alle lune “regolari” di Saturno. La maggior parte delle lune nuove rientra nel gruppo norreno, che è il più popoloso e ha la maggiore distanza orbitale dei tre ed orbita nella direzione opposta alla rotazione di Saturno. Gli astronomi hanno interpretato questi gruppi come prova di collisioni tra lune avvenute a un certo punto nel recente passato di Saturno, lasciando dietro di sé sciami di lune più piccole. Il gruppo norreno, secondo l’analisi, potrebbe essere ciò che resta dopo la disgregazione di una luna irregolare di dimensioni moderate. Le nuove lune scoperte ne sono un’ulteriore prova, affermano i ricercatori. “Mentre ci si spinge al limite dei telescopi moderni“, afferma l’astronomo Brett Gladman dell’Università della British Columbia in Canada, “stiamo trovando prove crescenti che una luna di dimensioni moderate che orbita all’indietro attorno a Saturno sia stata fatta a pezzi circa 100 milioni di anni fa .”