Un po’ di anni fa, un team di ricercatori si è imbattuto in una bizzarra scoperta: ovvero, i pini di Cook si inclinano verso l’equatore a prescindere dalla loro posizione sulla Terra.
Questi alberi, dal nome scientifico Araucaria columnaris, ma conosciuti anche con il nome di Hook, o Pino colonna, sono una specie di conifera appartenente alla famiglia delle Araucariaceae diffusa in Nuova Caledonia, dove è stata classificata per la prima volta dai botanici della seconda spedizione nell’Oceano Pacifico del capitano James Cook.
Matt Ritter, attuale direttore del Cal Poly Plant Conservatory, stava scrivendo un libro quando ha notato che i pini, che aveva precedentemente studiato, sembravano tutti inclinarsi verso sud, ha raccontato al New Scientist. L’autore ha subito iniziato a chiamare i colleghi sparsi in tutto il mondo per vedere da che parte pendevano i loro pini di Cook, e ben presto ha scoperto che erano tutti inclinati verso l’equatore.
In seguito a questa strana scoperta, Ritter e il suo team hanno misurato 256 alberi in ben cinque continenti su una gamma di latitudini per esaminare maggiormente il fenomeno. Il gruppo di ricerca ha scritto così all’interno dello studio: “Dimostriamo che la magra dei pini di Cook non è casuale: gli alberi nell’emisfero settentrionale si appoggiano a sud e quelli nell’emisfero meridionale si appoggiano a nord. Inoltre, la grandezza della magra è più pronunciata a latitudini più elevate in entrambi gli emisferi”.
Di solito, gli alberi crescono verticalmente in base alle influenze opposte della gravità (gravitropismo) e della luce (fototropismo).
“L’ipotesi principale per il meccanismo molecolare del gravitropismo è che la sedimentazione degli amiloplasti sui microfilamenti di actina attiva una via di trasduzione del segnale con conseguente trasporto asimmetrico di auxina nello stelo, facendolo raddrizzare parallelamente al vettore gravità”, spiegano gli autori.
Infine, il team di studio ha dichiarato che: “I meccanismi alla base della magra direzionale di Araucaria columnaris possono essere correlati a una risposta tropicale adattativa agli angoli di incidenza della luce solare annuale, della gravità, del magnetismo o di qualsiasi combinazione di questi”.
Lo studio è stato poi pubblicato su Ecology.