Dengue in Argentina: almeno 35 morti e più di 41mila contagi

Negli ultimi otto mesi il tasso di incidenza è notevolmente aumentato rispetto agli anni passati. E per gli esperti la situazione è destinata a peggiorare nelle prossime settimane.

I dati dell’ultimo Bollettino Epidemiologico Nazionale sulla dengue e la sua proliferazione in Argentina sono scoraggianti. Dall’inizio dell’attuale stagione epidemica (lo scorso 31 agosto) fino all’8 aprile, sono stati registrati almeno 35 decessi a livello nazionale e 41.257 casi in 15 giurisdizioni in quattro diverse regioni. Se questi dati vengono confrontati con i valori storici, la statistica è preoccupante. Il numero di pazienti è infatti superiore del 27% rispetto al 2016 e del 48,4% rispetto al 2020. A questa situazione si aggiunge il fatto che il 73% delle persone contagiate è infetto dal sierotipo DENV-2 del virus, trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti, un ceppo più dannoso e mortale che cresce molto più velocemente degli altri.

Dengue in Argentina: almeno 35 morti e più di 41mila contagi


Per l’infettivologo Ricardo Teijeiro questo nuovo periodo epidemiologico si è rivelato molto diverso da quello a cui è abituato il Paese sudamericano. I cambiamenti climatici, con temperature record già a marzo, hanno fatto “correre” i casi. “L’epidemia sta diventando importante, con un numero di morti che non abbiamo visto negli ultimi anni“, dice Teijeiro sottolineandoo l’importanza di rivolgersi tempestivamente ai servizi sanitari in caso di sospetto di dengue. “È necessario fare una diagnosi precoce. Se oggi ho sintomi (febbre, mal di testa, dolori articolari o muscolari), devo andare dal medico, non sovrapporlo assumendo farmaci“, dice. Anche le fonti interne al governo di Alberto Fernández concordano sul fatto che l’Argentina l’epidemia di dengue si stia sviluppando con tassi di crescita maggiori rispetto al passato mentre prevedono un possibile peggioramento nelle prossime settimane. Impedire che il numero dei contagiati continui ad aumentare dipende in molti casi dall’azione della cittadinanza, che continua ad essere sollecitata, tra l’altro, a coprire i contenitori dove è immagazzinata l’acqua e ad utilizzare repellenti ogni 3 ore sulla pelle. Come ulteriore misura, le autorità stanno lavorando a un progetto per sterilizzare gli esemplari di zanzare maschi, alterandone il DNA prima di restituirle allo stato selvatico. Finora, questa modifica è stata raggiunta in 10.000 copie a settimana e si prevede che raggiunga a breve le 500.000. L’obiettivo a medio termine è quello di effettuare il primo rilascio a novembre e, in questo modo, ridurre la popolazione della zanzara vettore.

Come detto, la dengue è una malattia virale trasmessa dalla puntura della zanzara Aedes aegypti. È la malattia virale trasmessa da zanzara più comune al mondo, con circa 390 milioni di casi ogni anno in oltre 100 paesi. I sintomi della dengue includono febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, eruzioni cutanee e in alcuni casi può portare a complicazioni più gravi come la sindrome da shock da dengue o la febbre emorragica da dengue. La prevenzione della dengue si basa principalmente sulla prevenzione delle punture della zanzara attraverso l’uso di repellenti per insetti, vestiti a manica lunga e pantaloni lunghi, e l’eliminazione dei siti di riproduzione della zanzara (come ristagni d’acqua stagnante). Non esiste vaccino per la dengue, per cui la prevenzione riveste un ruolo fondamentale. In caso di sospetta infezione da dengue, è importante rivolgersi tempestivamente ad un medico, poiché il trattamento precoce può aiutare a prevenire le complicanze più gravi e aumentare le possibilità di recupero completo.