Il corpo celeste è 15 volte la massa di Giove.
In nuovo studio pubblicato su Science, un team internazionale di scienziati ha comunicato la scoperta di un nuovo pianeta gigante, combinando varie tecniche di ricerca. Tra le tante tecniche di ricerca, forse la più semplice prende il nome di imaging diretto che comporta il collegamento di una potente fotocamera a un grande telescopio e il tentativo di rilevare la luce emessa o riflessa da un pianeta. Le stelle sono luminose e i pianeti no, quindi è come cercare lucciole che danzano intorno a un riflettore e non sorprende che fino ad oggi siano stati trovati solo circa 20 pianeti con questa tecnica. Eppure l’imaging diretto è una tecnica di grande valore perché in grado di far luce sulle proprietà atmosferiche di un pianeta, come la sua temperatura e composizione. L’immagine diretta di un nuovo pianeta, chiamato HIP99770b, rivela un mondo caldo, gigante e moderatamente nuvoloso. Orbita attorno alla sua stella a una distanza compresa tra le distanze orbitali di Saturno e Urano intorno al nostro Sole.
La stella HIP99770 è quasi 14 volte più luminosa del Sole. Ma poiché il suo pianeta ha un’orbita più grande di quella di Saturno, il pianeta riceve una quantità di energia simile a quella di Giove dal Sole. Con circa 15 volte la massa di Giove, HIP99770b è un vero gigante. La temperatura media del coro celeste è di 1.000 ℃, quindi non si tratta di un mondo abitabile. Ma il sistema HIP99770 è un’analogia con il nostro Sistema Solare. Ha un freddo “disco di detriti” di ghiaccio e roccia lontano dalla stella, simile a una versione ingrandita della fascia di Kuiper nel nostro Sistema Solare. La differenza principale è che il sistema HIP99770 è dominato da un pianeta di massa elevata, piuttosto che da tanti pianeti piccoli. Per osservare l’oggetto, gli scienziati hanno usato i classici metodi di rilevamento indiretti e notato che la stella oscillava nello spazio, il che suggeriva la presenza di un pianeta nelle vicinanze con una grande attrazione gravitazionale. I dati extra provengono dal veicolo spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea, che misura le posizioni di quasi un miliardo di stelle dal 2014. Gaia è abbastanza sensibile da rilevare minuscole variazioni del movimento di una stella nello spazio, come quelle causate dai pianeti. Gli scienziati hanno integrato i dati con le misurazioni del predecessore di Gaia, Hipparcos. In totale, c’erano 25 anni di dati “astrometrici” (posizionali) con cui lavorare. Il metodo di ricerca usato è rivoluzionario: fino ad ora i ricercatori avevano usato metodi indiretti per guidare l’imaging che ha scoperto stelle compagne, ma non pianeti. Il tutto perché l stelle massicce come HIP99770 – che è quasi il doppio della massa del nostro Sole – sono riluttanti a rivelare i propri segreti. Tecniche di ricerca altrimenti riuscite raramente possono raggiungere i livelli di precisione richiesti per rilevare pianeti attorno a stelle così massicce. Il rilevamento, che ha utilizzato sia l’imaging diretto che l’astrometria, dimostra un modo più efficiente per cercare i pianeti. È la prima volta che il rilevamento diretto di un esopianeta è stato guidato attraverso metodi iniziali di rilevamento indiretto. L’astrometria di HIP99770 suggerisce che appartenga all’associazione di stelle Argus, un gruppo di stelle che si muove insieme nello spazio. Ciò suggerirebbe che il sistema è piuttosto giovane, circa 40 milioni di anni, un centesimo dell’età del nostro Sistema Solare. Tuttavia, la nostra analisi delle pulsazioni della stella, così come i modelli della luminosità, suggeriscono un’età più avanzata compresa tra 120 milioni e 200 milioni di anni. Se questo è il caso, HIP99770 potrebbe essere solo un intruso nel gruppo Argus. Ora che è noto che ospita un pianeta, gli astronomi mireranno a svelare ulteriormente i misteri di HIP99770 e del suo ambiente circostante.
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