A suggerirlo è una sperimentazione realizzata da un team di esperti statunitense che ha provato a coltivare il riso in un terriccio che simula il suolo marziano.
Il terreno marziano potrebbe consentire la coltivazione del riso. A rivelarlo è una nuova ricerca effettuata dall’Università dell’Arkansas che ha provato a coltivare le piante di riso in un terriccio che simula il suolo del pianeta rosso. Gli esperti hanno anche testato la sopravvivenza della pianta al perclorato, una sostanza tossica presente nel 2% della superficie marziana. Le future missioni che porteranno l’uomo sul pianeta rosso rappresentano una notevole sfida per la scienza, già impegnata ad evitare che i futuri astronauti debbano affidarsi solo sui loro rifornimenti per alimentarsi. L’agricoltura sul pianeta rosso potrebbe rappresentare, dunque, un ottimo metodo per fornire all’uomo notevoli quantità di cibo prodotti direttamente su Marte. “Il nostro obbiettivo è quello di mandare l’uomo sul pianeta rosso, ma non saremo in grado di portare tutto fin lì. Sarebbe costoso” dichiara Abhilash Ramachandran, scienziato planetario che, con i colleghi dell’Università dell’Arkansas, ha verificato la possibilità di coltivare il riso in diversi tipi di suolo che simulano quello di Marte. “Coltivarlo direttamente lì sarebbe l’ideale – dichiara l’esperto – perché è semplice da preparare. Basta rimuovere la buccia e metterlo a bollire”. I terricci simili al suolo marziano sono stati ottenuti dal Mojave Mars Simulant (MMS), un simulante del suolo marziano composto di basalto del deserto del Mojave (California), e preparati in tre diverse miscele di normale terriccio terrestre per invasatura e simulante marziano (solo terra per invasatura, solo simulante e una combinazione di entrambi), mentre le piante sono state innaffiate da una a due volte ogni giorno.
I risultati dello studio sono stati presentati nell’ambito del Lunar and Planetary Science Conference 2023 e mostrano come le piante di riso possano svilupparsi nel simulante puro, anche se con germogli e radici più sottili rispetto alle piante cresciute coltivate nella sola terra per invasatura e nella miscela con il simulante di suolo. La sostituzione del 25% del simulante con terra per invasatura ha però portato una crescita maggiore rispetto al solo simulante. Come premesso, gli scienziati hanno anche tanto di coltivare il riso aggiungendo perclorato nel suolo. Per questo secondo esperimento hanno comprato una varietà di riso selvatico e due cultivar con una mutazione genetica – ideata per resistere allo stress ambientale come la siccità – coltivandole nel simulante del suolo marziano con e senza perclorato. Il test ha dimostrato come nessuna pianta di riso sia cresciuta in presenza di una concentrazione di 3 grammi di perclorato per chilogrammo di simulante del suolo marziano (0,3%). Tuttavia, con una concentrazione di perclorato di appena 1 grammo per chilogrammo (0,1%), una delle linee mutanti ha sviluppato un germoglio ed una radice, mentre la varietà selvatica è riuscita a far crescere solo una radice. Questo test ha suggerito che nuove modifiche a un gene presente nella linea mutante di successo, chiamato SnRK1a, sia in grado di produrre una risposta delle piante di riso allo stress della crescita nel suolo marziano e consentire lo sviluppo di una cultivar di riso adatta al pianeta rosso. “In linea di principio – spiegano gli esperti – è possibile far crescere il riso nel terreno marziano, ma i livelli di perclorato possono essere determinanti sia per la germinazione sia per la fase di crescita. Perciò la modifica del gene SnRK1a sia in grado di garantire un approccio volto allo sviluppo di una specie di riso in grado di germinare e crescere nel terreno del pianeta rosso, anche in presenza di perclorato”.