Addio al latte fresco dal 2023? Si opta per quello a lunga conservazione, ecco perché

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Fonte: Pexels/Anastasia Shuraeva

Già durante il 2023 potremmo dire addio al consumo di latte fresco, quest’ultimo potrebbe essere sostituito da quello a lunga conservazione con data di scadenza a dieci giorni. Questo potrebbe accadere a causa dei troppo sprechi nei negozi, nella distribuzione e per l’impatto ambientale. Tra le prime grandi aziende che adotterà tale cambiamento è la bolognese Granarolo.

Come ha affermato il presidente della cooperativa bolognese, Gianpiero Calzolari, parole riportate da open.online: “È il mercato che ha scelto. Le norme sul latte fresco sono inadeguate, noi abbiamo chiesto senza successo di cambiarle. Ma il mercato è più intelligente e si è adeguato da solo. Il consumatore sceglie sempre di più cibi con una durata più lunga, perché non fa più la spesa con la stessa frequenza di prima. E poi c’è un tema di sostenibilità, buttare un litro di latte è un crimine”.

Per tale ragione che Granarolo sta seriamente optando per la sostituzione del latte fresco con uno pastorizzato e che offre una data di scadenza a dieci giorni. Il sapore e i valori nutrizionali non subiranno modifiche. Ad oggi, in Italia la legge obbliga fino a sei giorni il limite massimo per poter avere il marchio di latte fresco.

Calzolari ha poi aggiunto: La nuova confezione ha un migliore impatto ambientale, il tappo riduce la plastica del 35% e non si stacca dalla bottiglia come prevede l’Unione europea. Dopo la crisi dell’anno scorso abbiamo sentito tante chiacchiere, ma non c’è stata una vera iniziativa. Ci vuole una maggiore tempestività: la siccità è un’emergenza e va trattata come tale”.

Purtroppo la siccità, che sta interessando soprattutto il nord Italia, sta provocando una riduzione dell’erba utile per le vacche da latte. Inoltre, anche il costo dei mangimi per le vacche da latte è aumentato di oltre il 25%, e questo ha in un certo senso “costretto” la maggior parte degli allevatori a vendere parte della mandria. Infine, la possibile carenza di latte, potrebbe causare conseguenze sulla produzione di formaggi, burro e panna, e quindi ad un aumento dei prezzi.