La struttura si trova a meno di 10 chilometri di profondità.
Un team internazionale di scienziati, tra cui l’Istituto Vulcanologico delle Isole Canarie (INVOLCAN) e l’Università di Granada (UGR), ha scoperto un “cuore caldo” di magma a meno di 10 chilometri al di sotto del vulcano Teide, a Tenerife. La scoperta potrebbe rappresentare un segno premonitore di un processo eruttivo che potrebbe verificarsi “geologicamente presto” nei prossimi anni, anche se gli scienziati hanno ammesso di non essere in grado di dire esattamente quando. Il lavoro di collaborazione scientifica ha svelato i segreti dell‘interno delle Canarie attraverso un nuovo studio della tomografia sismica, una tecnica che permette di ricostruire un’immagine della struttura interna della Terra a partire dalle onde che si propagano durante piccoli terremoti e movimenti sismici. La tomografia mostra chiaramente che, nella crosta sotto la caldera di Las Cañadas, è possibile la presenza di piccoli serbatoi magmatici a profondità inferiori a 5 chilometri. Questi serbatoi permettono al magma di raffreddarsi, cambiando la sua composizione chimica in fonolite, un tipo di magma potenzialmente esplosivo. Le immagini scattate dalla missione Magellan, che ha mappato la superficie del nostro vicino negli anni ’90, hanno rivelato cambiamenti che si adatterebbero all’attività vulcanica in corso. I serbatoi magmatici possono essere fonte di eruzioni altamente esplosive come quella avvenuta al vulcano Montaña Blanca (Lanzarote) circa 2000 anni fa, di tipo sub-pliniano. In esse è presente una colonna eruttiva che può raggiungere i 20 chilometri di altezza e onde piroclastiche. “Siamo riusciti a creare un’immagine di dove potrebbe trovarsi il magma sotto l’isola di Tenerife”. Quel ‘cuore di magma’ misura decine di chilometri cubi, “ma non significa che tutto questo verrà a galla. Nell’eruzione della Palma stimiamo almeno 40 km cubi e il materiale emesso è stato di 0,2 km“, dice il ricercatore.
Gli scienziati non parlano di un’imminente eruzione. “Su scala geologica, che è diversa da quella umana, accadrà presto, ma non sappiamo quando. Potrebbe essere tra due anni o entro 25, ciò che è chiaro è che accadrà“, dice Ibáñez. “A La Palma c’è stata un’eruzione nel 1972 e la successiva è stata nel 2021, a quasi 50 anni di distanza. A Tenerife, l’ultima è avvenuta nel 1909“, aggiunge. Come spiega l’esperto, il vantaggio di questo studio è che aiuterà la comunità scientifica a monitorare meglio la prossima eruzione, per poter notificare alla popolazione e alle autorità dati più precisi, ad esempio riconoscendo i movimenti sismici dovuti allo spostamento del magma precedentemente identificato. I risultati sono stati recentemente pubblicati sul ‘Journal of Geophysical Research‘, una delle più importanti riviste scientifiche internazionali nel campo della geofisica pubblicata dall’American Geophysical Society (AGU). Tali dati costituiscono uno strumento importante per interpretare l’aumento della sismicità a Tenerife e l’emissione di anidride carbonica dal cratere del Teide, che INVOLCAN aveva rilevato dalla fine del 2016. Questa attività potrebbe essere correlata alla lenta risalita di un una “bolla” di magma, a profondità superiori a 10 chilometri sotto il Monte Teide. La popolazione dovrebbe allarmarsi per questo? “Niente affatto. Al contrario. Questo ci aiuta a capire meglio come funziona l’interno della Terra. Una persona che vive alle Canarie non può ignorare di vivere su un vulcano, e i risultati scientifici servono a migliorare la sicurezza di la popolazione“, assicura il ricercatore, ricordando che “nei vulcani si può vivere. Sono aree altamente produttive e la popolazione dovrebbe sapere che, quando si verifica un’eruzione, la cosa migliore che l’umanità ha fatto è trasferirsi“.