In Libia sono scomparse 2,5 tonnellate di uranio. Preoccupazione dell’AIEA

Per gli esperti ci sono “rischi per la sicurezza radiologica e nucleare”.

Sono ore di apprensione per gli ispettori dell’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che hanno scoperto che circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sono sparite da un sito in Libia, in un’area non controllata del governo. A riportarlo è Reuters che cita una dichiarazione agli Stati membri della quale ha preso visione. La scoperta è il risultato di un’indagine dapprima prevista per l’anno scorso, ma che è stata rinviata a causa della situazione della sicurezza nella zona ed è stata finalmente realizzata martedì 14 marzo, come spiegato da Rafael Grossi, capo dell’AIEA. Gli esperti dell’AIEA “hanno scoperto che 10 fusti contenenti circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sotto forma di UOC (concentrato di minerali di uranio) precedentemente dichiarati dalla autorità come immagazzinati in quel sito non erano più presenti”, si legge nella dichiarazione. L’agenzia attuerà “nuove attività” per scoprire le circostanze che hanno portato alla scomparsa dell’uranio dal sito (di cui non è stato ancora fatto il nome).

Il fatto che non conosciamo la posizione del materiale nucleare può essere un pericolo radiologico e può portare a problemi di sicurezza nucleare“, si legge nella dichiarazione. Era il 2003 quando la Libia, guidata da Gheddafi, rinunciò al suo programma nucleare. Il paese venne travolto dalla guerriglia da quando, una rivolta sostenuta dalla NATO nel 2011, portò all’eliminazione di Gheddafi. Dal 2014, il paese è diviso fra fazioni rivali ad est e ad ovest, con l’ultimo grande conflitto terminato solo nel 2020. Il governo ad interim ha messo in atto un piano di pace che sarebbe dovuto durare solo fino a un’elezione prevista nel mese di dicembre del 2021, ma che non si è ancora tenuta con accuse reciproche sulla sua legittimità.

Aggiornamento:

L’esercito nazionale libico di cui Khalifa Haftar è comandante ha comunicato che l’uranio dato per disperso dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è stato ritrovato nei pressi del sito da cui era scomparso.