Campi Flegrei: deformazione del suolo record. ”Paragonabile agli anni ’80”

Bradisismo nei Campi Flegrei: “ci troviamo in una fase di sollevamento del suolo con una velocità che in alcune zone è di circa 15 millimetri”.

Nell’area dei Campi Flegrei gli esperti stanno rilevando una deformazione del suolo paragonabile a quella avvenuta tra il 1983 e il 1984 e le scosse di bassa intensità che vengono registrate in questi giorni rappresentano una conseguenza del ritmo rapido con cui la deformazione si sta sviluppando. A renderlo noto all’ANSA è il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha spiegato che “non è possibile prevedere gli sviluppi futuri”. Per Di Vito, “è evidente che nei Campi Flegrei il terreno ha raggiunto livelli di deformazione confrontabili a quelli dell’ultima crisi di bradisismo, fra il 1983 e il 1984. Le rocce continuano a subire stress e si sviluppano scosse di bassa energia. Quanto si può fare – ha fatto notare – è “continuare a seguire questa crisi. Non si può dire se evolverà e non ci sono elementi per fare previsioni a medio e a lungo termine. I Campi Flegrei sono un vulcano attivo, che negli ultimi 15.000 anni ha avuto circa 70 eruzioni, la più recente delle quali è avvenuta nel 1538 a Monte Nuovo“, ha aggiunto ancora Di Vito. L’area dei Campi Flegrei è monitorata dalla rete di strumenti dell’INGV e del CNR con rilevazione radar ad apertura sintetica (Sar) e attraverso stazioni installate anche nel Golfo di Pozzuoli.

Campi Flegrei
Fonte: Twitter @videobird

I dati registrati indicano che “è in corso il sollevamento del suolo con una velocità che in alcune aree è di circa 15 millimetri, come quella registrata nel Rione Terra“, ha spiegato De Vito. “Quando la deformazione del suolo è veloce, la sismicità, anche se di bassa energia, è più frequente e intensa“. Le scosse non rappresentano gli unici indicatori delle condizioni dei Campi Flegrei. Ad essere considerati sono anche altri parametri come la composizione chimica dei flussi idrotermali e la deformazione. In questi ultimi parametri, “non vengono rilevate differenze con quanto è stato osservato nell’ultimo decennio”; vengono misurate inoltre le mutazioni dell’inclinazione del suolo e accelerazioni di gravità e, per quanto riguarda la sismicità, la magnitudo e la profondità dei sismi.