Un nuovo documento conferma l’origine straniera di Caterina.
Scoperta storica nell’Archivio di Stato di Firenze dove è stato rinvenuto l’atto di liberazione dalla schiavitù di Caterina, mamma di Leonardo da Vinci, con tanto di firma del notaio Piero da Vinci. A renderlo noto è Carlo Vecce, in occasione della presentazione del libro ‘Il sorriso di Caterina’. Già da tempo, ha raccontato l’esperto, girava l’ipotesi che Caterina fosse stata una schiava. “Un po’ per caso, alcuni anni fa, sono stati scoperti dei documenti, ho cominciato a studiarli per dimostrare che Caterina non fosse la madre di Leonardo, ma alla fine tutte le prove andavano in direzione opposta, soprattutto quest’ultimo atto di liberazione“.
“Il notaio che libera Caterina è la stessa persona che l’ha amata quando ancora era una schiava e dalla quale ha avuto questo bambino“, cioè Leonardo, ha aggiunto l’esperto che prima era scettico sul fatto che la madre dell’artista fosse stata una schiava. Leonardo fu il primogenito di Piero, ma non di Caterina che ”era stata già ingravidata” risultando infatti una balia che allattava. Per Vecce il notaio Piero ebbe rapporti con Caterina in Palazzo Castellani, oggi sede del Museo Galileo e proveniva dal Caucaso. Venne trasportata con le catene, dunque in condizione di schiavitù, fino ad Azov, alla foce del fiume Don, da cui poi fu portata, sul Mar Nero, nel 1439 a Costantinopoli. Nell’allora capitale dell’impero venne presa dai mercanti veneziani, che la portarono in laguna l’anno successivo, mentre nel 1442 raggiunse Firenze quando aveva 15 anni, dove fu serva e balia in casa di Ginevra. Fu qui che Caterina conobbe Piero da Vinci, il notaio con cui concepì il figlio illegittimo nato il 15 aprile 1452, ad Anchiano, piccolo borgo del comune di Vinci.