Una strana abitudine sessuale delle giraffe ha sorpreso gli esperti

Una nuova ricerca ha osservato i comportamenti sessuali, e non solo, delle giraffe.

Non è solo la lunghezza del collo a rendere le giraffe uniche nel mondo. Sono tante le curiosità che caratterizzano il ruminante più grande al mondo. Attraverso un comportamento simile alle capre, alle antilopi e molti altri animali ungulati, i maschi delle giraffe analizzano l’urina della femmina per capire se sia in grado di procreare. A differenza delle altre specie, però, la giraffa non è in grado di raggiungere il suolo vista la lunghezza del collo e per questo motivo i maschi sono costretti a bere l’urina delle femmine. Dopo averla assaggiata, l’animale fa una sorta di “smorfia” per consentire all’urina di passare attraverso un’apertura specializzata nel tetto della bocca noto come organo “vomeronasale”. Attraverso questa delicata operazione, il maschio analizza i feromoni per capire se la femmina sia pronta o meno per la procreazione. E come se fosse già abbastanza strano questo comportamento, Hart ha osservato una sorte di ”processione” costante degli animali che sfilavano come se ”esaminassero” l’esemplare morto.

(Jeremiah Del Mar/Unsplash)

Gli esperti anno notato questi giganteschi erbivori rosicchiare ossa quasi ogni giorno delle loro osservazioni. Mentre questo comportamento macabro, chiamato osteofagia , è stato visto prima, si pensava fosse raro. Non è noto perché si verifichi nelle giraffe, ma altri erbivori lo usano per aumentare il loro apporto di calcio. “Alla gente piace guardare le giraffe“, spiega Benjamin Hart, veterinario della UC Davis che ha realizzato lo studio. “Penso che più le persone sapranno di loro, più saranno interessate alla loro conservazione.” Ed in effetti il numero delle giraffe è in continuo calo per la scomparsa progressiva del loro habitat, del bracconaggio e del cambiamento climatico. Nel 2016 uno studio ha rilevato un crollo del 40% degli esemplari in 30 anni, il che ha visto le giraffe ufficialmente elencate come vulnerabili nell’elenco delle specie minacciate della IUCN. La ricerca è stata pubblicata su Animals.