Circa 3.000 tra piante, spezie e frutti sono stati rinvenuti a bordo di una nave nordica affondata nel XV secolo.
Una straordinaria scoperta è stata fatta dagli archeologi di piante, spezie e frutta conservate a bordo di una nave nordica affondata del XV secolo. La nave, chiamata Gribshunden , era appartenuta al re Hans di Danimarca ed era in viaggio per partecipare a un vertice politico in Svezia quando un’esplosione e un incendio fecero affondare Gribshunden . In un recente studio pubblicato su PLOS ONE , gli archeologi Mikael Larsson e Brendan Foley dell’Università di Lund riferiscono di aver trovato oltre 3.000 esemplari in container che erano stati persi dalle precedenti squadre che studiavano il naufragio. Il team ha scoperto una varietà di piante tra cui mandorle, zenzero, zafferano e pepe in grani, oltre a spezie come chiodi di garofano, senape, aneto e noce moscata. Alcune di queste spezie provenivano dall’Indonesia, indicando che il re Hans aveva una vasta rete commerciale. Inoltre, il team ha trovato more essiccate, lamponi, uva e lino, che servivano da snack e mettevano in mostra la ricchezza e il potere di re Hans.
Durante il solstizio d’estate del 1495 d.C., l’ammiraglia reale Gribshunden del re danese Hans, noto anche come re Giovanni di Danimarca, affondò durante la navigazione da Copenaghen a Kalmar, in Svezia, dove doveva incontrare Sten Sture il Vecchio come parte della rivendicazione di Hans al trono di Svezia. Hans si aspettava che il Consiglio svedese lo eleggesse re di Svezia, realizzando così la sua ambizione di riunificare la regione nordica sotto un’unica corona. Il naufragio è stato scoperto dai subacquei sportivi negli anni ’70, ma ignari del suo significato non hanno allertato gli archeologi fino al 2000.
I ricercatori hanno anche trovato una pianta non commestibile, il giusquiamo, che in passato veniva utilizzata per scopi medicinali. I ricercatori hanno attribuito la conservazione degli esemplari al microambiente creato dal naufragio di legno sul fondo del mare. La nave affondata ha catturato alghe marine alla deriva, con conseguenti depositi stagionali di alghe che raggiungono una profondità di 40 cm. Man mano che le alghe si decomponevano, creavano aree localizzate di impoverimento di ossigeno, che contribuivano all’eccellente conservazione dei materiali vegetali.